Lazio, Martusciello rischia tutto (senza staff) mentre Lotito si guarda intorno

Lazio, Martusciello rischia tutto (senza staff) mentre Lotito si guarda intorno

Rassegna stampa

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Rischia tutto mentre Lotito si guarda intorno.

Martusciello coglie al volo la più grande occasione della sua carriera e non guarda indietro: «Se volete, io resto fino a giugno». Sarri si è sentito un po’ tradito come successe con Calzona a Napoli, ma ieri pomeriggio Giovanni lo ha raggiunto nella sua Villa all’Olgiata e c’è stato un chiarimento. Già martedì pomeriggio, dopo aver svuotato il suo armadietto a Formello, Mau aveva convocato lì tutto il suo staff tecnico, dicendo di non seguirlo sulle dimissioni fin quando non si sarebbe trovata una soluzione con i legali per il loro contratto. Altro gesto di altruismo. I preparatori e gli assistenti d’altronde non guadagnano quanto un tecnico ma, per gratitudine e rispetto, sono tutti uniti al suo fianco nella decisione di lasciare la Lazio. Tutti tranne uno. Ranzato, Pasqui e Nenci hanno già risolto (pagamento fino a giugno) e resteranno in carica sino a domani, Losi e Ianni rimarranno fino a lunedì a Formello. Solo Martusciello ha dato disponibilità fino al termine del campionato (ingaggio aumentato), sperando magari nel grande salto definitivo da “primo”. Se le cose non dovessero andare bene a Frosinone o contro la Juventus, però, Giovanni rischierebbe di restare subito col cerino in mano. Forse senza più il ruolo di vice Sarri in futuro e senza la Lazio. Che coraggio.

Ieri mattina la società lo ha annunciato con un comunicato: «La Lazio rende noto che Maurizio Sarri ha rassegnato le proprie dimissioni da allenatore responsabile della prima squadra. La società ringrazia il tecnico per i traguardi raggiunti e per il lavoro svolto, augurandogli le migliori fortune umane e professionali. Contestualmente, il club comunica di aver deciso di affidare la guida tecnica a Giovanni Martusciello». A sua volta, pronto a mettere subito i puntini sulle i e a riconquistare il gruppo: «Non ho mai pronunciato parole che potessero andare contro la squadra, contro Sarri, di cui ho profonda stima, o altre componenti. Ho semplicemente dato la mia disponibilità alla società, che mi ha prospettato questa possibilità. Non si può sminuire il lavoro che è stato portato a termine finora, così come nessuno potrà minare l’impegno che d’ora in poi verrà ulteriormente profuso». Eppure era stato lui stesso, lunedì in conferenza dopo il ko con l’Udinese, a contestare fra le righe la reazione di Immobile al cambio: «Meglio che non commento, ma avete capito tutto». D’altronde Sarri è andato via dicendo: «Non mi seguite più, vado via se il problema sono io». Com’è possibile nasconderlo? Magari Martusciello ha un altro carattere meno rigido, riuscirà a ricompattare e a riconquistare uno spogliatoio scollato. Intanto è stato interrotto quel “fastidioso” ritiro, magari più avanti ci sarà pure minor intransigenza sul modulo: Giovanni ha lavorato anche con Spalletti, occhio alla variante 4-2-3-1.

LE OPZIONI

Di sicuro, per rimanere al suo nuovo posto di comando, avrà poco tempo. Oltretutto dopo sabato, in teoria, dovrebbe ritrovarsi senza uno staff tecnico e ne starebbe costruendo uno proprio, da portarsi durante la sosta del campionato. Eppure Lotito continua ad alzare il telefono e a studiare le alternative in giro sino a quel momento. Come traghettatori disponibili restano gli ex Klose e Parolo o Giampaolo e Gattuso. Chi guarda al futuro, come Tudor, è restio a ereditare una situazione così pesante e a bruciarsi sino a fine campionato: servirebbe un anno e mezzo almeno (se non due) di contratto e rimettere le mani al portafoglio. Anche Reja lo ha suggerito, ci ha già lavorato e sarebbe pure disposto ad aiutarlo a Formello, forse come direttore tecnico. Scaloni non può. La Lazio è una patata bollente, Sarri ha dato le dimissioni e lasciato 4 milioni perché ha capito che lì dentro il ciclo della “vecchia guardia” è finito. Martusciello prega per il suo nuovo inizio. Il Messaggero