
Flaminio e Conferenza Servizi: la Lazio al lavoro per ultimare la documentazione
Progetto stadio
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Mentre i tifosi della Lazio fremono per il sì di Maurizio Sarri ad esito di una stagione che vedrà i biancocelesti fuori dall’Europa dopo otto anni, il club continua a lavorare per provare a regalarsi un sogno.
Il presidente della Lazio e lo staff designato per definire gli ultimi dettagli, stanno operando per consegnare in Campidoglio la documentazione idonea per proseguire l’iter per la riqualificazione dello Stadio Flaminio.
Come moto, la giunta del Campidoglio ha negato il pubblico interesse al progetto della Roma Nuoto per il Flaminio. Un no che ha comportato il ricorso al tar degli stessi proponenti. Il Senato capitolino ha bocciato la suddetta proposta, ritenendo l’opera di Nervi nata per ospitare gare di calcio.
Come nuoto, il progetto della Roma Nuoto per il Flaminio di fatto abbassava la capienza a sole 7000 unita, facendo diventare il catino ai piedi dei Parioli un altro club sportivo polivalente a Roma Nord.
Il Campidoglio attende quindi che Lotito possa consegnare tutte le carte necessarie ad attivare la Conferenza Servizi Preliminare (CSP). Senza l’avvio di questa fase, nessuno potrebbe permettersi di dire “si farà” o “non si farà”. La CSP del Campidoglio per il progetto Lazio-Flaminio infatti rappresenta un ostacolo da superare, con tante componenti da mettere d’accordo.
Al momento, oltre alla mobilità e ai parcheggi, i primi scoli si chiamano capienza e copertura. Lotito vorrebbe avere almeno 50.000 presenti, ma saggezza vorrebbe che anche 40/42.000 seggiolini dovrebbero bastare a trovare la quadra.
Lazio e Flaminio: i principali ostacoli
La copertura, diversamente, andrebbe ad incidere tanto sul paesaggio, tanto sulla capacità di fare reddito. Poter “chiudere” il Flaminio, magari con un tetto a scomparsa, vorrebbe poter dire realizzare eventi di arte e spettacolo senza incidere sulla vivibilità dell’intero quartiere.
Se in Campidoglio la disponibilità a valutare la fattibilità del Flaminio targato Lazio, in CSP il primo nemico potrebbe avere il volto della Soprintendenza Nazionale. Ente questo che in passato aveva già storto la bocca per progetto molto meno invasivi rispetto a quello ipotizzato dallo studio Casamonti, nome top a cui si è affidato l’azionista di comando della Lazio.
I giorni passano, il gruppo di lavoro scelto da Lotito è di assoluto livello ma bisogna stringere. Il sindaco Gualtieri spera che la CSP per il progetto Lazio possa partire prima dell’estate. Se tuto slittasse a settembre 2025 potremmo parlare di una chance sprecata. Un po’ come fatto dalla Lazio perdendo in casa col Lecce, ko costato l’Europa a Zaccagni e compagni.
GLP