Baroni, prova di maturità superata: “Sempre affamati ed ambiziosi, giochiamo per i tifosi. Pedro è un titolare, per me può…”

Baroni, prova di maturità superata: “Sempre affamati ed ambiziosi, giochiamo per i tifosi. Pedro è un titolare, per me può…”

Dichiarazioni

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Marco Baroni, tecnico della Lazio, al termine di Lazio-Empoli.

Le sue parole ai microfoni di Lazio Style: “I complimenti sono solo per la squadra, avevo chiesto una prova di maturità e compattezza contro un avversario difficile. Ce la siamo complicata di più per responsabilità del campo, c’è stata questa scivolata di Ivan e quindi andare sotto e sbagliare il rigore ci abbiamo messo tutto. Meglio che sia andata così, volevamo solo vincere. La squadra si è spesa, complimenti veramente ai ragazzi. Noi dobbiamo essere affamati, facciamo un lavoro meraviglioso. Si gioca per i tifosi, è la cosa più bella. Noi dobbiamo allenarci e giocare con ferocia in ogni gara. Pedro sta bene, lavora per questo. Deve stare sereno ha una grande condizione, gli diamo le giuste chance. Sa che è importante, per me è un titolare e allungherà di più la sua carriera. Sicuro”.

“Purtroppo sono partite che nascono anche male, la squadra l’ha sempre condotta con personalità. C’è stato un momento in cui ci siamo innervositi, tra primo e secondo tempo ho portato i ragazzi lucidità. Dovevamo giocare come sappiamo fare, complimenti ai ragazzi. La sosta? La facciamo per recuperare, mettiamo dentro del lavoro. Aspettiamo i ragazzi che rientrano e ci prepariamo affrontare queste 7 gare in 21 giorni”.

Un soddisfattissimo Marco Baroni è intervenuto ai microfoni di Dazn per commentare la bella vittoria della Lazio sull’Empoli nel pomeriggio dello Stadio Olimpico:

Il primo gol si è preso per colpa del campo. Loro non hanno mai tirato in porta, noi abbiamo sbagliato un rigore. Era l’ultima partita di un ciclo di gare ravvicinate, la squadra ha cercato, ha portato in campo voglia, determinazione, sentimento e questo voglio, che la squadra deve dare alla gente, ai tifosi. Ci deve essere questo transfert. Lo dico spesso a loro per creare un gruppo vincente.

Noi siamo ambiziosi come la nostra società, la città. Dobbiamo passare dal collettivo, dall’identità forte, se inizi a guardare la classifica è un errore. Ci fa piacere l’entusiasmo, ma so che devo tenere i giocatori legati a quello che poi ti permette di fare queste prestazioni, lavoro, dedizione e cura nei dettagli.

Io non alleno 11 giocatori ma 24, tutti i ragazzi sanno di andare in campo. Non si possono tenere gli stessi in tutte queste partite, i ragazzi si allenano forte e tutti insieme si può fare bene, si può cercare di andare sempre più avanti. Non mi piace chiamarlo turnover o cambi.