Da Immobile a Felipe, la rivoluzione deve ripartire dall’attacco: ma quante questioni in bilico!

Da Immobile a Felipe, la rivoluzione deve ripartire dall’attacco: ma quante questioni in bilico!

Rassegna stampa

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A caccia del gol perduto.

La rivoluzione, in campo e sul mercato, deve ripartire dall’attacco. Sarri lo ha urlato per un anno, a Tudor è bastata una settimana per capirlo. Ora forse pure la società lo ha compreso, nonostante gennaio sia volato senza un accenno di rimedio. È cambiato il modulo e l’idea di calcio, ma il problema della Lazio è sempre lo stesso. In tre partite, cinque tiri nello specchio, quattro all’esordio vincente contro la Juventus (e la rete di Marusic al 93′), zero nella semifinale di andata in Coppa Italia, appena uno (il tentativo sterile di Castellanos da lontano) nel derby di sabato. Ovvio che così diventa pura utopia rimontare da una situazione di svantaggio anche quando, come dice Lotito, i biancocelesti «avrebbero meritato il pareggio». Immobile sembra al tramonto, da 10 gare a digiuno, come non gli era mai successo dal suo sbarco nel 2016 a Formello. Al momento il Taty non garantisce sotto porta il suo vecchio fiuto. Che Ciro resti o meno, a giugno andrà trovato un bomber vero (Ioannidis piace, ma è affidabile il campionato greco?), cogliendo magari occasioni importanti (vedi Simeone e Dia) a costo contenuto. Non va però sostituito solo il centravanti, servono comunque i rifornimenti alle spalle e altri gol.

INTRIGO BIANCONERO

Non c’è più il 4-3-3, avanti col 3-4-2-1. Dopo i primi esperimenti, tutti gli esterni e i trequartisti sono in bilico. Bisognerà trovare un accordo per l’uscita di Pedro, dal momento che alla 25esima presenza è scattata l’opzione per un altro anno. Non è un caso che la società continui a tergiversare sul rinnovo di Felipe Anderson: l’incontro è slittato per la terza volta a questa settimana, ma il brasiliano potrà restare solo se accetterà tre milioni (bonus compresi, al massimo) e rinuncerà alla Juventus a parametro zero. Ieri si erano diffuse voci di un accordo definitivo con i bianconeri (di massima, c’è da novembre, quando nessuno sapeva nulla e lo avevamo svelato), ma la sorella-manager Juliana smentisce di averlo trovato anche nell’ultima trasferta a Torino e comunque la vera novità sarebbe un contratto preliminare (che non c’è) depositato. Giuntoli segue anche Zaccagni, da un anno in attesa di un robusto adeguamento: è in scadenza nel 2025 e, senza gli introiti di una qualificazione europea, sarebbe uno dei pochi sacrificabili da cui la Lazio potrebbe trarre un gruzzoletto per fare un mercato serio. Sabato Tudor ha sostituito Isaksen dopo un tempo, ma è difficile che la società bocci il giovane prospetto dopo un anno, a meno che non arrivino offerte al rialzo. Da Empoli rientrerà Cancellieri dal prestito: Igor lo ha avuto a Verona, lo stimava e potrebbe rilanciarlo.

OPERAZIONE SVECCHIAMENTO

Il duplice obiettivo biancoceleste sarà svecchiare la rosa e garantire al nuovo tecnico rinforzi più adatti al suo gioco. Si è già capito che Luis Alberto non può essere trequartista nemmeno nel nuovo corso. Tudor ha rilanciato Kamada in quel ruolo, ma lo preferisce a centrocampo ed è comunque difficile che il giapponese eserciti l’opzione biennale (a suo favore) a campionato finito. Igor riabbraccerebbe volentieri Barak, in uscita dalla Fiorentina per 10 milioni già dallo scorso inverno. I 29 anni non pendono a favore del ceco, ma il costo dei baby talenti è lievitato. Sarri aveva chiesto Ferguson, Colpani e Gudmundsson. Profili che potrebbero piacere pure a Tudor, ma la Lazio ha già sondato il terreno (anche per Carboni col Monza) e ha capito di dover rivolgere le mire all’estero. A gennaio il ds Fabiani si era visto respingere le proposte da 16 e 12 milioni dalla Championship per Clarke del Sunderland e Whittaker del Plymouth. L’estate deve riportare i gol. Il Messaggero