Da Re della difesa a separato in casa: spogliatoio, club e tifosi, tutti scaricano Acerbi

Da Re della difesa a separato in casa: spogliatoio, club e tifosi, tutti scaricano Acerbi

Rassegna stampa

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Un altro punto perso.

Per Acerbi un punto di non ritorno. Da re della difesa a reietto, incredibile il declino del centrale ex Sassuolo. Al suo sbarco era diventato un idolo. Quattro anni dopo, ormai è separato in casa Lazio. Il ghigno nervoso, immortalato in occasione della beffa incassata dal Milan nel recupero, è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Ormai non lo vuole più nessuno: «Vattene via, mercenario», sentenziano i tifosi il giorno dopo il ko, fra social, forum e radio. A nulla sono servite, domenica notte, le scuse e le giustificazioni di Francesco: «Era una risata isterica perché avevamo perso in quel modo rocambolesco». Ma il problema non è nemmeno quello. È chiaro che ormai Acerbi rischia di diventare un capro espiatorio, ma ci ha messo del suo, anche nel gruppo. Non è un caso che Marusic lo abbia ripreso a brutto muso: «È colpa tua, pezzo di m…», si legge dal labiale urlato all’orecchio del difensore dal montenegrino furioso. In realtà, forse più colpevole di Acerbi, che poco prima era stato però richiamato da Sarri a tornare indietro per una delle sue uscite, costate in questa stagione altre reti, come col Sassuolo. 

LA ROTTURA 

La verità è che la strafottenza e alcuni atteggiamenti di Acerbi non piacciano né a Sarri né allo spogliatoio. Ora non vengono più tollerati da un popolo, che Francesco ha zittito a dicembre contro il Genoa per qualche critica di troppo. Lì è avvenuta la rottura con la Curva Nord, che non ha più smesso di fischiarlo e insultarlo. Di facciata, e per il bene della Lazio, la società lo ha difeso. Ma Acerbi è ai ferri corti da anni anche con Lotito. Una volta il centrale era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via da Formello, poi è cambiato. Non è piaciuto quel «Claudia ti amo» urlato in tv nella notte dell’uscita biancoceleste dalla Champions. Prima ancora non è mai stata digerita dal presidente quella sparata da Coverciano per ottenere il rinnovo con adeguamento: 2,5 milioni che ora pesano tanto sul bilancio e anche sulla cessione che lo stesso 34enne ha da mesi richiesto. Sino a gennaio Lotito addirittura pretendeva dieci milioni, adesso è costretto quasi a regalarlo. Simone Inzaghi lo aveva voluto nel 2018 e Acerbi spera riesca a trascinarlo in nerazzurro. Proseguono pure i rumors su un possibile scambio con Rugani a Torino. Il ritorno al Milan sarebbe uno scherzo del destino e darebbe forza a chi ha già malignato sul 1-2 fatto subire alla Lazio.  Il Messaggero