Derby senza storia: la Roma passeggia su una Lazio inesistente

Derby senza storia: la Roma passeggia su una Lazio inesistente

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Primo tempo senza storia
In un Olimpico gremito e bollente la Roma parte a razzo e alla prima occasione utile passa in vantaggio: se la traversa ferma una possibile prodezza di Pellegrini direttamente da calcio d’angolo, è invece lesto Abraham a correggere in rete e sbloccare la contesa quando sono passati appena 56 secondi.

Sulle ali dell’entusiasmo i giallorossi insistono e al 10’ Strakosha deve mettere i guantoni, per fermare Pellegrini. La Lazio cerca di reagire ma tutto il primo tempo è un monologo giallorosso e arriva pure il raddoppio a metà frazione: ci pensa ancora Abraham, sempre più frontman dei suoi oltre che autore della perfetta zampata volante sul cross teso di Karsdorp. Proseguono le offensive della Roma, vicina al terzo gol con la matricola Zalewski e poi con Pellegrini. Quelle del capitano sono prove generali: al 40’ estrae dal cilindro un vero e proprio gioiello, una punizione che si insacca all’incrocio e vale il 3-0. La squadra di Sarri è tramortita e, dopo aver dato qualche segnale timidissimo prima e dopo (due conclusioni dalla distanza di Luis Alberto e Immobile), rischia anche di subire il quarto gol, se non fosse che Mkhitaryan sbatte sulla traversa. Il duplice fischio di Irrati, ad un occhio biancocelesti, appare dunque come una manna dal cielo.

La reazione laziale non riesce
Inevitabile vedere una Lazio diversa da quella moscia e ripetutamente trafitta del primo tempo. Già dopo poco più di un minuto è Pedro a lanciare il primo segnale, con un destro alto che vale più per il morale che come gesto di pericolosità vero e proprio. I biancocelesti trovano maggior predominio territoriale e nel possesso, non riuscendo però a far male per lunghi tratti alla difesa di casa, ben schierata e supportata anche dal lavoro dei centrocampisti. La grande occasione della prima metà di ripresa, perciò, la confezionano i giallorossi con un efficace asse verticale Cristante-Abraham e la tripletta mancata dal centravanti per un piatto troppo aperto di fronte a Strakosha. Più passano i minuti e più diventa chiaro come gli attacchi laziali siano destinati a rimbalzare contro all’attenzione difensiva romanista, spinta anche dagli incessanti canti degli spalti. Un’occasione ghiotta capita a Cataldi, su punizione, ma il 32 mostra la differenza tecnica oggi esistente tra lui e Pellegrini. Gli ultimi minuti diventano quindi giusto occasione perché la grande festa romanista prenda forma. Tuttomercatoweb.com