ESCLUSIVA – Provedel: “Ho provato a convincere Sarri, ora compatti con Baroni. A Mandas consiglio di giocare. Champions, ci sono squadre più attrezzate”. Sul rapporto Lotito-tifosi… (VIDEO)
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AURONZO DI CADORE – Come spiegava lui il suo primo giorno a Formello, “non c’è un’età o un momento giusto o sbagliato per arrivare”.
Sei rimasto fuori praticamente da marzo e con un miracolo stavi addirittura volando all’Europeo. Ci sei rimasto male di non esserci andato?
“Ma guarda al di là di quelle che sono delle scelte del commissario tecnico, che è lì perché deve fare delle scelte, queste vanno rispettate. È chiaro che come bimbo che sogna di arrivare in determinati palcoscenici ci resti male, però fa parte del gioco. Comunque sono stato anche fuori per diverso tempo, ho dimostrato comunque di essere rientrato con una discreta condizione. Ripeto, fa parte del gioco.”
Tanti sono partiti, tanti big sicuramente. Appunto, dopo due anni sei diventato uno dei leader di questa, una giovane Lazio. Ti sentiresti pronto a esserlo, a mettere tra le braccia la fascia di capitano?,
“Voglio intanto ringraziare i ragazzi che sono andati via perché hanno dato tanto alla Lazio in tutti gli anni in cui sono stati qua e hanno dato tanto anche a me in questi due anni in cui ho condiviso con loro lo spogliatoio. Sono felice perché mi hanno anche fatto capire cosa vuol dire stare nella Lazio. Per quanto riguarda il discorso capitano, per come la vedo io, per come ho vissuto lo spogliatoio in questo momento, il capitano è Danilo Cataldi. Mi dispiace che se ne parli, Danilo è una persona che è qui da tanto tempo che è una di quelle che forse più di tutte mi ha fatto capire cosa vuol dire stare nella Lazio e al netto di quelle che poi sono le considerazioni della società o non lo so chi decide queste cose. Questa è la mia idea. Questo non cambia quello che è il mio approccio, quello che è il mio lavoro, il mio modo di fare. Penso che soprattutto con i giovani che sono arrivati la cosa che bisogna fare è dare l’esempio e dare l’esempio”.
Senti questo inverno già anche quando stavi facendo grandi prestazioni si parlava tanto di corteggiamenti della premier cosa c’è stato di vero?
“Dovreste chiamare il mio agente chiederlo a lui. Lui mi dice le cose quando sono concrete. Di concreto, effettivamente non c’è mai stato nulla da quello che so io. Per cui ecco questo è. Si, ho letto anch’io poi, perché è uscito da tutte le parti: qualche cosa c’è stata però che io sappia niente di concreto e poi io qua sto molto bene per cui non ho neanche avuto farfalle particolari in testa Ecco, quello no“.
Io lo chiedo a un portiere che è esperto. Mandas ha fatto benissimo. Ora ovviamente sei tornato tu, tu sei il primo. Se fossi nella società, tu un giovane talentuoso come Mandas, lo manderesti a giocare in prestito perché ha bisogno di giocare per crescere? Oppure lo lo terresti e in genere, ma non riguarda solo lui, ma anche in genere i giovani portieri?
“Io non parlo di lui, penso che il discorso sia a prescindere, dipende dal percorso che si vuole fare con un ragazzo. Lui è un bravo ragazzo, un grandissimo ragazzo, un grande lavoratore e per me, per quanto mi riguarda come portiere, il portiere deve giocare. Quindi se dobbiamo parlare della crescita di un ragazzo, un ragazzo deve giocare, deve fare più esperienza possibile anche per poi valutarlo e per cui io se devo consigliare un ragazzo che fa il mio stesso ruolo dico sempre che deve giocare al di là di tutto. Dopo di che rientriamo in quelli che sono i nostri ruoli e la società sicuramente saprà fare le proprie considerazioni per il bene della squadra e del ragazzo. Questo è il mio pensiero.”
Sarri ti ha voluto e con lui sei esploso definitivamente. Alla Lazio tu sei uno di quelli che è andato a casa per convincerlo a restare quando aveva dato le dimissioni. Sei leader carismatico nello spogliatoio però ci sei stato poco con Tudor. Cosa non ha funzionato?
“Beh, intanto tengo a ringraziare particolarmente il mister Sarri, perché comunque se sono qui tanto è dovuto a lui. E e al di là del fatto che sono qui mi ha comunque dato la possibilità di poter giocare per la Lazio e di poter dimostrare e questo mi ha fatto crescere tanto. Ho cercato non lo nego di convincere o comunque di fargli capire insomma quello che era il punto di vista mio e anche di altri. Il mister comunque è stato irremovibile perché è una persona coerente con quello che dice quello che fa aveva preso una decisione e così è stato. E con Tudor penso che io purtroppo non ho vissuto molto lo spogliatoio perché ho dovuto curarmi parecchio tempo. Ho cercato di stare con la squadra il più possibile, anche quantomeno per le gare, casalinghe e non. Comunque è cambiato tanto nella metodologia del lavoro, nell’approccio, quindi il momento era anche un po’ particolare, i risultati facevano fatica ad arrivare e magari ha fatto un po più fatica ad entrare in sintonia con quello che era la squadra. E sai, poi è stata anche un’annata molto particolare, quindi c’era un po’ tutto. Poi sembrava anche molto più difficile di quello che in realtà era. Si creava sempre anche un caso dietro ogni cosa ed è stato tutto molto più difficile. E prima per Sarri, poi per tutto, quindi tutto andava un po’ storto. Ecco.“
Adesso si riparte da Baroni, è rimasto Viotti che era il vice di Massimo Lenci. Baroni cosa vuole quest’anno? Vuole, come Sarri, che si riparta cioè che vengono coinvolti nel nella manovra dal basso?
“Allora il mister intanto ha iniziato ad avere un approccio molto morbido, nel senso che non è arrivato subito in modo integralista, non ha stravolto niente anzi. Ha saputo prendere la squadra perché ha visto che in noi ci sono delle qualità. Ci sono anche tante cose invece che bisogna migliorare; sta cercando di farlo con molto tatto e infatti vedo che i ragazzi stanno lavorando con grande entusiasmo non sono stravolti da questo. Sicuramente il mister vuole giocare, vuole che ci sia un inizio di manovra, non è una cosa esasperata. Dobbiamo fare le cose con testa e con equilibrio e adesso stiamo iniziando a trovare delle soluzioni che possono essere sia utili in fase di possesso nell’attrarre anche l’avversario sia poi per verticalizzare, perché il mister vuole verticalizzare.“
Per il discorso della partenza dei big c’è un po di scetticismo ancora intorno a questa giovane Lazio, eh? Secondo te dove può arrivare? E se dovessi giocare d’azzardo punteresti 100€ su questa Lazio che può tornare in Champions?
“Come ho detto prima sono partiti dei ragazzi che hanno fatto veramente tanto erano di livello altissimo e sicuramente sono una perdita importante ed è normale che chi ci segue possa avere una sorta di scetticismo, di scoramento. Però anche loro, prima di diventare quello che sono diventati comunque sono partiti diciamo non dal basso però dovevano farsi conoscere come tutti noi dobbiamo farci conoscere; e io vedo che i ragazzi giovani che sono arrivati sono di qualità, gente di qualità di grande voglia e che si vede che vuole dimostrare di poter meritare questa maglia. Per cui io penso solo che ci vuole del tempo e ci vuole fiducia. Capisco. Come ho detto, capisco il sentimento del tifoso e non lo biasimo nel senso normale. I ragazzi che sono arrivati, che stanno arrivando meritano fiducia e anche noi poi dobbiamo fare del nostro per coinvolgere l’ambiente per meritare la carica. Secondo me dobbiamo cercare di caricarci a vicenda perché facendo così anche chi è nuovo entra bene, con lo spirito giusto. Facendo così si possono fare grandi cose per la Champions ti dico ci sono squadre sulla carta più attrezzate di noi. Il calcio però non è una scienza esatta; noi vogliamo innanzitutto diventare una squadra forte perché comunque abbiamo cambiato tanto, vogliamo diventare una squadra forte, vogliamo diventare compatti e questo non ci vieta di assolutamente di fare bene. Anzi ci aiuterà a migliorare quello che è stato un piazzamento che ci ha portato in Europa League e noi volevamo puntare più in alto.”
Senti, ti faccio un’ultima domanda perché ieri Lotito ha compiuto venti anni di presidenza? E il padrone più longevo della Lazio? Tu sei arrivato da due anni. Lui dice spesso che che è intervenuto nello spogliatoio, qual è il rapporto con voi giocatori e perché ancora i tifosi nonostante abbia vinto sei trofei, secondo te, visto che sei qui da due anni non non sboccia mai il feeling o insomma c’è questo clima in questo momento?
“Guarda, è complicato perché io sono qua da due anni ed è una cosa che non è mai sbocciata nell’arco di vent’anni. Il Presidente con noi ha un rapporto molto diretto, ultimamente non lo stiamo vedendo molto. Quando viene comunque cerca di farci arrivare quello che è il suo tenerci ai risultati di tenerci e quello che dobbiamo fare. Secondo me c’è qualche mancanza; un po’ come quando c’è un rapporto che non va di coppia. Magari basta un qualcuno che fa da intermediario. Ecco, è un peccato perché io sto capendo veramente il tifoso laziale cosa sente dentro, l’amore che prova per questi colori. Sento che anche al nostro interno c’è tutto questo e manca magari un po’ questa connessione: sicuramente i risultati aiutano. Però non devono nemmeno essere, l’unico anello che tiene la catena collegata. Ecco però, come ho detto prima, noi adesso ce la stiamo mettendo tutta per contattarci per per far vedere comunque che noi ci siamo che siamo tosti e che vogliamo arrivare in alto. Noi facciamo la nostra parte cerchiamo di andare oltre i nostri limiti augurandoci che il tifoso veda questo che lo apprezzi e penso che poi insieme possiamo fare veramente grandi cose. Grazie grazie a voi.“
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