Gioia Romagnoli: “La Lazio il mio sogno da sempre. Da avversario cantavo l’inno, con Tare facevamo il conto alla rovescia…”

Gioia Romagnoli: “La Lazio il mio sogno da sempre. Da avversario cantavo l’inno, con Tare facevamo il conto alla rovescia…”

Dichiarazioni

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Alessio Romagnoli si presenta.

Dopo una lunghissima trattativa il lieto fine è arrivato settimana scorsa con la firma sul contratto e l’arrivo ad Auronzo di Cadore. Ora è tempo di presentazioni e il nuovo difensore biancoceleste ha parlato a Lazio Style Channel. 

LAZIO – «Penso sia stata l’emozione più grande della mia vita. Aver indossato questa maglia è il coronamento di un sogno che avevo da bambino. Non volevo giocare in Serie A ma nella Lazio».

TIFOSO – «Credo che non ci sia nulla di male a esprimere la propria fede nonostante abbia giocato con altre maglie. Se uno porta rispetto e dà il massimo può dichiarare di tifare un’altra squadra come feci io diverse volte nel corso degli anni».

NESTA E LA NUMERO 13 – «La tredici me la porto dietro da tanti anni. Nesta è stato il più forte difensore di tutti i tempi, nessuno sarà mai come lui. Per un’era è stata eccezionale e irripetibile. Indossare il suo numero è qualcosa di importante, pesa molto. Cercherò di fare del mio meglio. Cessione di Nesta? In quel periodo la Lazio aveva dei problemi finanziari e lui era uno dei sacrificabili, per lui sia stato un forte trauma ma è stato bravo a vincere tutto con il Milan. Il dispiacere è che ce lo siamo goduti poco perché poteva darci qualche altra gioia, rimane la felicità di averlo vistoNesta l’ho conosciuto, tramite amici. Questi giorni non l’ho sentito, ho cercato di isolarmi da tutto e tutti. Sono cercato di rimanere tranquillo e chiudere la trattativa».

PRIMA VOLTA ALLO STADIO – «Ero veramente piccolo, forse era il 1999. Mio padre mi portava spesso».

SCUDETTO 2000 – «Non c’ero perché non c’erano i biglietti. Me lo sono goduto da casa, uno dei giorni più belli di sempre. Poi come è arrivata la vittoria è altrettanto bello. Mi è spiaciuto non andare allo stadio».

GIOCARE CONTRO LA LAZIO – «Cantavo l’inno con la felpa sopra il naso ogni volta che giocavamo all’Olimpico contro la Lazio».

NON ESULTANZA IN LAZIO-MILAN – «Rispetto la mia fede e i miei ideali va oltre ogni cosa, non ci sarei mai riuscito. Il rispetto è la prima cosa. Ho sempre rispettato questa fede e questa maglia. Non esultare è stato molto naturale».

IMMOBILE E CATALDI – «Ciro e Danilo mi massacravano di chiamate, mi ha fatto molto piacere. Avere questo calore dei compagni che fanno le dichiarazioni d’amore è spettacolare. Era impossibile non accettare».

MILAN – «Era giusto fare un percorso a Milano per me e la mia carriera perché vedevo che il club stava crescendo, ogni volta che giocavamo contro la Lazio con Igli parlavamo sempre e dicevamo che mancava sempre meno alla fine del contratto. Dicevo sempre a loro di provarci, volevo sempre giocare con la Lazio e non volevo andare troppo in là con gli anni. Credo sia l’età giusta, vengo da un problema serio che sto risolvendo come la pubalgia. Voglio dare 100% per questa maglia».

MOMENTO PIU EMOZIONANTE – «Emozione più bella lo striscione della Curva Nord in Lazio-Milan di Coppa Italia. Bellissimo.».

PAIDEIA – «Sapevo che in Paideia sarebbero arrivati un sacco di tifosi, toccherà a me restituire tutto quanto».

FAMIGLIA – «Solo insieme riusciremo a raggiungere i grandi risultati. So che siamo una grande famiglia quindi avanti insieme».

VIA DA ROMA – «Andare via da Roma è stato un passo importante perché andavo in un grande club come il Milan. Quella è stata una delle più belle maglie fatte dalla Lazio secondo me e giustamente volevo ricordare quel momento.».

BAMBINO – «Sin da bambino andavo allo stadio, mio papà era della Lazio. Significa indossare la maglia sempre sognata».