ESCLUSIVA  –                     Intervista a Clemente Severati, procuratore di Jacopo Sardo

ESCLUSIVA – Intervista a Clemente Severati, procuratore di Jacopo Sardo

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Ai microfoni di RadioSeiLazio Elmar Bergonzini ha intervistato l’avvocato Clemente Severati, procuratore di Jacopo Sardo.

Negli ultimi mesi si è parlato abbastanza del tuo assistito Jacopo Sardo.

Nelle ultime settimane, da quando ha deciso di andare in Germania al Saarbrücken, squadra di terza serie tedesca, se ne è parlato tantissimo, ancora di più. Io leggo qua delle dichiarazioni del direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, che immagino voi conosciate. Dice “un ragazzo come Sardo, di buon prospetto, ha deciso di fare un qualcosa di veramente strano, cioè giocare in serie C tedesca per eludere la norma del vincolo. Sappiamo già dove andrà a finire”. E poi, appunto, si nomina proprio in primo piano il Milan. Non so se il riferimento di Fabiani sia che, secondo lui, appunto il giocatore andrà a finire lì. Però, io intanto ti volevo chiedere qual è la situazione Sardo? Cosa ha spinto il giocatore, cosa vi ha spinto ad andare via da Formello, via dalla Lazio? E se, effettivamente è così, se questo si tratta di un trasferimento ponte come ha ipotizzato la Lazio?

«Innanzitutto sì, abbiamo letto un po’ tutti, nelle ultime settimane, giorni le dichiarazioni del direttore Fabiani e siamo rimasti un po’ maluccio, insomma, perché, diciamo che i fatti i fatti descritti da lui, non rispecchiano proprio la verità dei fatti. Jacopo è un ragazzo che da due anni e mezzo stava nel settore giovanile della Lazio».

Quindi, portato da Bianchessi, giusto?

«Sì esatto, è stato portato da Mauro Bianchessi, il direttore sportivo, prelevato dal settore giovanile dell’Ostia Mare, e quindi, diciamo che questa dirigenza ce lo ha da un anno esatto, quindi da luglio scorso. E già a luglio scorso, insomma, abbiamo faticato a portarlo in ritiro con la Primavera, perché, insomma, dovevano vederlo e non lo conoscevano».

In che senso non lo conoscevano?

«Perché non conoscevano, insomma, le caratteristiche del ragazzo, nonostante il ragazzo già da un anno e mezzo giocava nella Lazio. Quindi, tendenzialmente, se qualcuno di nuovo entra, dovrebbe sapere vita, morte e miracoli di tutto il settore giovanile, quindi non si conosceva né se era piede destro o piede sinistro, poi, insomma, durante il ritiro probabilmente ha convinto qualcuno, anche perché aveva dei dati paragonabili a un giocatore professionista di alta Serie A, insomma, Jacopo è un atleta vero e quindi hanno deciso di confermarlo in Primavera. Purtroppo, prima della prima giornata di campionato si è infortunato – un infortunio all’adduttore – ed è stato fermo un paio di mesi. Rientrato da questo infortunio, mi sembra, adesso, ad occhio, a mente, nella partita contro Feyenoord in Youth League, è entrato negli ultimi 20 minuti quindi da lì non è più uscito ed è stato un susseguirsi di prestazioni molto molto importanti. Ciononostante, nessuno, diciamo, ci ha mai chiamato non dico complimentarsi, insomma, per capire le intenzioni in quanto  il ragazzo non aveva un vero e contratto professionistico, era un giovane di serie, quindi era tesserato… ».

Io, adesso parlo per ignoranza, scusa se ti interrompo, parlo per ignoranza, perché io per quel che riguarda il calcio giovanile seguo molto più quello tedesco proprio per lavoro, più che per passione, però anche per passione, ma soprattutto per lavoro, seguo molto più quello tedesco che non quello italiano. Ecco mi permetto di dire in Germania un giocatore di 18 anni che non ha un contratto professionistico non è molto frequente, non so com’è la situazione in Italia.

«Diciamo che è giustissimo, all’estero funziona così, naturalmente il giocatore deve avere delle qualità, ecco, poi la società decide se metterlo sotto contratto o comunque svincolarlo a fine anno. In questo caso, Jacopo ha fatto una continuazione di prestazioni molto molto importanti, gol su gol. Ricordo, insomma, non solo l’ultimo gol al derby, contro il Sassuolo, la doppietta contro la Fiorentina, il gol contro la Juventus. Ma non sono tanto i gol. Assist, prestazioni importanti, poi grazie soprattutto al mister Sanderra, che non smetteremo mai di ringraziare, lui sì, che gli ha trovato anche un ruolo un po’ più in avanti; inizialmente giocava un po’ più dietro, poi ha capito che questa sua caratteristica di inserimento da dietro era pericolosa e infatti su 23 partite 8 gol e 4 assist sono state coronate dalla convocazione in Nazionale e, qui sì, è raro e non impossibile trovare un giocatore con questi numeri convocato in Nazionale che non ha un contratto professionistico. Oltretutto è stato premiato anche da SportItalia, mi pare, come il miglior centrocampista italiano del ruolo, ciò nonostante, ripeto, fino a giugno inoltrato noi non abbiamo ricevuto chiamate da nessuno. Ovviamente, il ragazzo stava in scadenza il 30 giugno 2025, con le vecchie normative, quindi pensavamo che a questo punto non era interesse della Lazio, fino a quando, magicamente – mi permetto di dire questo piccolo inciso, Elmar -, il 28 giugno è cambiata la normativa federale…».

Quindi a due giorni dalla scadenza.

«… Che ha allungato il vincolo a tutti i giovani di serie, colpendo magicamente anche i classe 2005, cosa che a mio avviso, essendo avvocato, è ampiamente anticostituzionale, quindi ci siamo ritrovati con un altro vincolo a due giorni dalla scadenza con la Lazio. A quel punto, insomma, ci sono state variate telefonate con Angelo, con il presidente Lotito, e noi abbiamo comunicato, insieme alla famiglia, la nostra volontà non di non rimanere alla Lazio, ma che la Lazio comunque non aveva un progetto tecnico…».

Cerco di ricostruire – se ho capito male, ovviamente, correggimi -: voi davate per scontato fino al 28 giugno, essendo il giocatore in scadenza, e non avendo fatto la Lazio nessun tipo di richiesta, di proposta

«Io non ti parlo di proposta formale, dico insomma a parole, ci sono state, ma parliamodi proposte che non potevano essere, ma neanche ascoltate per un profilo del genere, ecco».

Facciamo finta di essere al 27 giugno giugno 2024, no? Quindi un mese e mezzo fa, due mesi fa. La situazione, da quello che racconti, era che la società non aveva mai fatto una proposta formale, non vi era mai arrivata un’offerta non dico di rinnovo, ma proprio di mettere il giocatore, offrire al giocatore un contratto professionistico, giocatore che ha già 19 anni, se non ricordo male, non era mai stato fatto, e in più il giocatore a quel punto era a tre giorni dalla scadenza di contratto. Quindi voi davate per scontato che la Lazio non fosse interessata a tenere il giocatore.

«Esattamente così, più o meno le cose sono esattamente come le hai descritte».

Poi cambia la norma il 28.

«Se la Lazio non era interessata dietro c’avevamo insomma probabilmente 30/40 squadre di prima, seconda, terza fascia che invece erano interessate considerando le prestazioni del ragazzo. Quindi c’eravamo anche mossi per far continuare a giocare a calcio Jacopo, ecco. Poi ci siamo trovati vincolati il penultimo giorno prima dello svincolo e quindi siamo andati a comunicare alla società formalmente, ma tendenzialmente l’avevamo fatto anche prima, il fatto che volevamo un progetto tecnico. Noi non abbiamo tendenzialmente quasi mai parlato di progetto economico, quindi anche le citazioni di Angelo sul fatto che il sottoscritto abbia chiesto circa 2 milioni di euro di commissioni non sono realistiche e probabilmente non ci crede neanche lui quando lo dice. Il fatto che la Lazio abbia investito 5 anni sul giocatore credo che non sia tecnicamente possibile perché il ragazzo è stato da 2 anni e mezzo alla Lazio».

Si è parlato anche di una fuga di notte, no?

«Il fatto che il papà del ragazzo abbia investito sul ragazzo, ogni giorno lo accompagnava da Ostia a Formello tutti i giorni – questi sono dati oggettivi -, senza un euro di rimborso. Forse gli è scoppiata, e non lo sapevano una bomba positiva in mano, ma non l’hanno saputa sfruttare. Quindi per noi la nostra esperienza a Lazio era finita. Ma ripeto, non perché io vengo additato come il romanista o perché Jacopo viene additato come il mercenario, ma semplicemente non c’era un progetto sul ragazzo. Questa è l’unica verità, perché non abbiamo sentito che la società o chi per loro credevano nel giocatore. E quando dico credevano nel giocatore, nessuno voleva la Serie A o la Champions League, eccetera, eccetera. Ma una considerazione come le altre 21 squadre, 20 squadre, 19 squadre ci avevano fatto sentire. E per noi la priorità era sempre stata la Lazio, nei mesi prima».

Io ho parlato nei giorni scorsi anche con il vice presidente del Saarbrücken, che mi diceva loro già fra febbraio e aprile erano andati più volte a vedere con 3/4 osservatori, quindi non solo con uno…

«Loro sono scesi 3/4 volte, contro il Milan, contro la Juve, addirittura in macchina perché i collegamenti con l’aereo sono un po’ difficoltosi, a vedere il giocatore. Si parla anche qua di un possibile trasferimento ponte. Faccio un piccolo inciso: il Saarbrücken è una terza serie tedesca ma la terza serie tedesca ha il girone unico, innanzitutto, a differenza dell’Italia, hanno uno stadio da 18 mila posti, hanno 7 campi di allenamento e hanno un budget queste squadre di Serie C, di circa 7/10 milioni di euro. Quindi parliamo di un’alta Serie B italiana, ecco, anche questo. Faccio una frase latina, che direbbe il presidente della Lazio, che è “excusatio non petita, accusatio manifesta” che scrive che questo è un trasferimento ponte. Il giocatore, sostanzialmente, è stato costretto ad andare all’estero perché o firmava alla Lazio o firmava alla Lazio».

Per aver il quadro chiaro, ti interrompo perché poi giustamente tu parli di cose che per te sono scontate, però magari per molte persone all’ascolto non lo sono. O firmava con la Lazio o firmava con la Lazio, dal 28 giugno in poi quando è cambiata questa normativa e, fra l’altro, lui avrebbe dovuto firmare d’apprendistato, non da professionista. Giusto?

«No, lui avrebbe anche potuto firmare un contratto da professionista».

Che però non vi è mai stato offerto.

«Al gong ce l’hanno anche proposto, sempre verbalmente e mai formalmente. Questo vorrei sottolinearlo, perché, poi, erano solo parole».

Nella forma, quindi, non vi è mai stato proposto, dite voi?

«No, no, mai. Tant’è che la Lazio, questo te lo dico da avvocato, non avrà neanche diritto al cosiddetto training compensation, che è un indennizzo… ».

Per la crescita, per la formazione del ragazzo.

«Esatto. Perché entro 60 giorni prima della speranza del vincolo non ha fatto una proposta di contratto, quindi la ratio normativa è “il giocatore non mi interessa”, quindi perché io club tedesco, inglese, francese ti devo riconoscere qualcosa se il giocatore non ti interessa? E quindi quando anche leggo che le norme sono aberranti – hanno scritto che le norme sono aberranti -, no le norme sono chiare e non sono state rispettate da chi le doveva rispettare».

No, più che non sono state rispettate…

«Da tempistica».

Questa sarebbe una storia come tante altre se io venissi a sapere che la Lazio non punta sul ragazzo. Dico “vabbè, non gli hanno offerto il contratto da professionista. Ci sta se non credi nel ragazzo”. Se poi però dopo, effettivamente, ne parli in più di una circostanza, presumi che il giocatore voglia poi in futuro, in realtà, che questo sia un giro quello del Saarbrücken, per riportarlo al Milan già a gennaio o a giugno, anche su questo magari poi ci spiegherai, evidentemente la Lazio era interessata al ragazzo ma non è riuscita a tenerlo. Se la Lazio non è interessata a Elmar Bergonzini e non gli vuole rinnovare il contratto, ci sta il modo in cui si sono posti. Se poi invece lo vuoi, Sardo, se al 28, 29, 30 giugno non è arrivata una proposta da professionista, se così stanno le cose io capisco che il giocatore si guardi intorno, insomma».

«Hai risposto te, penso che non c è altro da aggiungere, se il giocatore ti interessa al 28 di giugno, quando sono due anni e mezzo che lo ha dentro casa, non credo che si debba aspettare la convocazione nazionale italiana Under 19 o il gol al derby per renderti conto che dentro casa c’hai un giocatore che negli ultimi dieci anni, io non ricordo un giocatore di movimento nazionale Under 19 della Lazio negli ultimi dieci anni, credo che l’ultimo sia stato Cataldi – magari mi sbaglio, adesso non lo ricordo -, però forse una fiche me la sarei giocata un po’ prima su Jacopo Sardo, ecco, questo è un mio punto di vista».

Proposte contrattuali del Saarbrücken o di altre società quando sono arrivate? E se è vero che c’è stata trattativa con il Milan, ed eventualmente le cifre? Fabiani parlava di 400 mila euro.

«Il Saarbrücken, come ho detto prima, è da febbraio che segue il ragazzo, sono scesi la prima volta mi pare proprio contro il Milan e dopo 60 minuti – il ragazzo peraltro non ha giocato neanche benissimo in quella partita -, sono andati via e in 60 minuti hanno reputato opportuno che Jacopo Sardo era un giocatore su cui puntare, su cui farci un grosso progetto. Il giorno dopo sono arrivate offerte, offerte, offerte, offerte da parte del club. Quindi, questo per quanto riguarda il club tedesco. Ci sono stati interessamenti dalla Francia, dalla Germania e praticamente da tutte le squadre italiane, però non avevamo, diciamo, fretta e necessità di chiudere anche perché, ripeto, la nostra priorità era la Lazio, quindi il giocatore deve essere grato, come dice il direttore, alla Lazio in quanto Lazio sportiva, al mister, ai giocatori, allo staff, a Maurizi Sarri, che probabilmente lo ha fatto allenare due mesi in pianta stabile in prima squadra portandoselo anche in finale di Supercoppa perché probabilmente capisce qualcosa di calcio e riteneva che Jacopo potesse reggere i ritmi di prima squadra, ecco. Detto questo, tornati da Riad il cambio di allenatore non ha previsto più neanche una convocazione in prima squadra in allenamento. Anche questo, forse la società poteva stare un po’ più attenta e tutelare un patrimonio che aveva dentro casa».

Ci chiedono “il giocatore però aveva inizialmente intenzione di restare alla Lazio, cioè il vostro punto di partenza era restare alla Lazio oppure, sapendo di essere in scadenza, a prescindere avreste voluto cambiare aria?”

«Sempre comunicato che la nostra priorità era la Lazio, perché oltretutto io rappresento il giocatore ma il ragazzo ha una mamma e un papà che peraltro sono persone splendide, sono uomini di sport, la mamma è un ex giocatrice di basket e il papà è un ex allenatore, e quindi, diciamo, le dinamiche del calcio non le conoscono bene. Ma conoscono bene le dinamiche di sport, gli ideali e i principi. Quindi erano stati riconoscenti con determinate persone e quindi noi aspettavamo la chiamata di qualcuno, perché addirittura chiamare noi ci sembrava un po’ troppo, quindi volevamo testare anche la solidità nel credere in Jacopo e ciò purtroppo non è mai avvenuto, mai. Questa è la realtà. Il Milan, la Juve, l’Atalanta, la Sampdoria la Fiorentina e il Lecce sono tutte cose vere, tutte squadre che ci hanno chiamato perché erano interessate, hanno esteso offerte, hanno esteso interessamenti, quindi ci siamo un po’ sentiti messi all’angolo che il Lecce, che è una società splendida dal punto di vista del settore giovanile, è interessata a Jacopo e la Lazio, avendolo dentro casa, non è interessata, ecco. Questo è un po’ il fatto. E poi, nonostante questo siamo stati anche bravi, penso, a portare un’offerta scritta questa volta, nero su bianco, in cui la Lazio poteva tranquillamente tenersi una rivendita o comunque accordarsi per, diciamo, un futuro magari di acquistare Jacopo, perché questo ragazzo doveva andare a giocare in campionato senior, non più junior, non più in Primavera e anche su questo, quando lo dovevano vendere lo consideravano un giocatore di Serie A quando invece lo dovevano rinnovare lo consideravano un giocatore di Primavera».

Che intendi con questo? Che intendi?

«Intendo che se un giocatore in scadenza che ti dice che vuole andare via e che comunque ormai sai che l’hai perso, ma vuole restare in Italia, fissiamo un prezzo insieme, cerchiamo una soluzione insieme per il bene del ragazzo, dato alla Lazio il ragazzo non è costato un euro, e magari si può fare un’esperienza in una Serie B o in una Serie C e la Lazio si potrebbe anche tenere una percentuale»,

Dicevi che avete portato un’offerta concreta, no? E’ quella del Milan alla quale faceva riferimento…

«Sì ma questo lo sanno tutti, questa è una cosa ufficiale, certo: il Milan era interessato al giocatore, è interessato e lo sarà sempre interessato, perché è un giocatore forte, quindi il Milan…».

Quanto aveva offerto il Milan? Se si può sapere.

«Il Milan tra parte fissa e parte variabile circa un milione di euro più una percentuale di rivendita».

Che su un giovane è anche interessante.

«No, che è una cifra astronomica in considerazione dello stato di fatto di tesseramento del giocatore, quindi è anche fuori mercato, perché – com’è la frase che utilizza il Presidente? – “Dare moneta vedere cammello?” Sì, però quando c’ha il potere contrattuale. In questo caso, la Lazio, non avendo più potere contrattuale, non è che poteva fare muro contro muro. Nonostante questo, credo che l’interesse di darlo in Italia non c’era da parte della Lazio, anche per una motivazione forse mediatica, perché su questo ragazzo si era creata troppa mediaticità».

Quindi, però, per riassumere, dal 28 giugno c’è questa nuova norma, quindi Sardo resta legato un altro anno alla Lazio, norma che però non viene riconosciuta dalla FIFA. È per  questo che lui è dovuto andare all’estero, giusto?

«L’unico modo per liberarci era questo, sostanzialmente con un progetto non serio, serissimo, un progetto vero, un progetto reale, un progetto dove siamo atterrati in aereo e c’erano i tifosi ad accoglierlo con la maglietta già stampata e dopo tre giorni abbiamo sottoscritto un contratto professionistico importante. Il ragazzo è serenissimo, il ragazzo sta imparando il tedesco, cosa che consiglio a molti ragazzi, anche se un’esperienza all’estero apre la mente anche sotto altri aspetti. E, niente, nonostante questo, nei giorni successivi abbiamo letto e sentito delle interviste che sinceramente non rispecchiano proprio la realtà dei fatti che il ragazzo è addirittura scappato di notte senza dire niente a nessuno. Chi sa sa che questa decisione era condivisa e lo sapevano in largo anticipo e dare del mercenario a un giocatore che non ha percepito mezzo centesimo di aereo in due anni e mezzo mi sembra anche un po’ eccessivo, ecco. Un ragazzo d’oro, splendido, un ragazzo meraviglioso».