Lazio, i soldi di Felipe a Zac (oggi la firma): non è un caso ma un calcolo. Fabiani: “Tempo vacche grasse è finito”
Rassegna stampa
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Chiodo schiaccia chiodo, cuore e testa al futuro.
INCASTRO
C’era una promessa fatta da Lotito a Zaccagni al suo matrimonio. Con Felipe out e Mattia in, si concretizza un altro gioco a incastro. Un po’ come era successo, a luglio scorso, con Milinkovic e Luis Alberto: lo stipendio risparmiato col serbo destinato allo spagnolo. Un errore forse allora per la Lazio, ancora irritata (chiederà i danni in caso di braccio di ferro) per l’uscita a gamba tesa del Mago, che ha chiesto pubblicamente la risoluzione del contratto, favorendo le speculazioni di eventuali pretendenti (in Qatar o altrove) al suo cartellino, su cui rimane anche il 20% da riconoscere al Liverpool. Poi però resta valido un altro discorso: Lotito taglierebbe volentieri la sua busta paga monstre (da oltre 4 milioni sino al 2027) per abbassare ulteriormente il monte ingaggi che, nel rapporto con i ricavi, dovrà scendere dal 90% dell’attuale stagione all’80%, secondo i nuovi paletti Uefa e Figc del prossimo anno. D’ora in avanti, quindi, adeguamenti solo per i giovani (arriverà quello di Casale in stile Patric) o per chi guadagna poco (vedi Provedel) e se lo è meritato: «Come avete visto anche con Zaccagni, stiamo rispettando ogni impegno – assicura il ds Fabiani, intercettato ieri all’uscita di Formello – e non andiamo dietro a chiacchiere destituite di qualsivoglia fondamento né a gossip a pagamento. Nessuno dei calciatori mi ha chiesto ufficialmente di andare via, è cambiato il registro e il bene della società è al centro del progetto. Forse questo non piace all’esterno e qualcuno si sta agitando. Il tempo delle vacche grasse è finito». Il Messaggero