Klose: “Mi piacerebbe allenare la Lazio, ma ora mi preoccupa. Sarri e Tuchel simili. Il calo di Immobile passa da Milinkovic”

Klose: “Mi piacerebbe allenare la Lazio, ma ora mi preoccupa. Sarri e Tuchel simili. Il calo di Immobile passa da Milinkovic”

Rassegna stampa

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In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport Miro Klose ha parlato della partita fra Lazio e Bayern, che mercoledì prossimo si sfideranno nell’andata degli ottavi di Champions League e del suo futuro da allenatore.

“Mi piacerebbe allenare in Italia o Germania perché sono i Paesi che conosco meglio – racconta Klose -. Ma non escludo nulla. Spero però di cominciare presto. Tuchel e Sarri sono simili, si differenziano in qualche dettaglio. Entrambi vogliono fare possesso e che i reparti siano stretti. Il Bayern però ovviamente mette a disposizione una squadra di livello assoluto. Credo di avere una filosofia vicina alla loro. Il Bayern? Le partite le vince, ma non riesce a dominare. In realtà l’importante, in questa fase, è fare punti, ma a Monaco non basta. Bisogna convincere e al momento non è così. Ci sono però state tante assenze, per questo sono convinto che la situazione migliorerà. Mi preoccupa di più la Lazio. Con l’Atalanta non ha vinto contrasti nella trequarti avversaria. Questo significa che gli avversari potevano impostare liberamente. Anche quando i bergamaschi si sono abbassati la Lazio non è riuscita a creare occasioni. Non è un buon momento. Luis Alberto per esempio non lo riconosco: sbaglia spesso le scelte. Ma gioca anche lontano dalla porta. Sarri non sa se è questione fisica o mentale? E’ normale. Quando non arrivano i risultati la testa frena il corpo. Perché si fa uno scatto in meno verso la porta avversaria per non rischiare di scoprirsi. Ci vuole tempo per capire, Sarri ce la farà. Il calo di Immobile? Con Milinkovic si poteva giocare sia palla a terra, sia di sponda. Quando entrava in area costringeva i difensori a lasciare più spazio a Immobile. Ora i giocatori della Lazio si muovono intorno all’area avversaria, ma non la attaccano. E Immobile è più chiuso. La squadra poi tira poco: se si crea un’occasione a partita non si possono segnare 5 gol. Il Bayern in Champions sarà un’altra cosa. È così da sempre e spero che anche la Lazio cambi atteggiamento perché vorrei vedere una bella partita. Non penso che la Lazio possa qualificarsi, specie sulla doppia partita, ma nel calcio tutto è possibile. La difesa della Lazio deve stare attenta perché Kane non perdona. Pensavo avrebbe segnato 20-25 gol nella prima stagione, dovendosi ambientare. Invece li ha fatti in pochi mesi. L’ultima volta a Roma il Bayern ha vinto 4-1, ma avrebbe potuto farne di più. La differenza è tanta. Anche atleticamente il Bayern sta meglio. A Monaco c’è Holger Broich come preparatore atletico: è maniacale sia in fase di preparazione sia a stagione in corso. In Italia si lavora molto, ma in Germania gli allenamenti sono più duri. La parte atletica viene ritenuta fondamentale: altrimenti si rischia di trascinarsi da una partita all’altra, senza avere tempo di recuperare. Io vorrei cominciare subito ad allenare. Da giocatore si aveva quasi l’imbarazzo della scelta, da allenatore bisogna aspettare l’occasione giusta. Purtroppo attendo da un po’. Conoscere il club in cui si allena è un vantaggio: Inzaghi, che ho avuto alla Lazio, conosceva l’ambiente alla perfezione.  Con alcuni, tipo Radu, aveva giocato. In quei casi si sa dove mettere mano. De Rossi non aveva grande esperienza ma la società si è affidata a lui. Penso che con i giocatori a disposizione possa fare meglio di quanto abbia fatto in Serie B. La qualità dei calciatori è più alta. Anche a me piacerebbe allenare la Lazio, ma conta la sensazione che si ha quando si parla col club che ti sceglie, qualsiasi esso sia. Per un allenatore è essenziale essere riconoscibile. Bisogna riflettere sulla percezione che la gente ha del calcio proposto. Deve essere affascinante. Mi piace un gioco offensivo, con possesso palla. La squadra deve essere attiva e propositiva”.