Lazio, Sarri tecnico e parafulmine: per una volta i giocatori prima del gioco

Lazio, Sarri tecnico e parafulmine: per una volta i giocatori prima del gioco

Rassegna stampa

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Per una volta partirà dai giocatori prima che dal gioco. Maurizio Sarri, costretto dai blocchi di mercato e da tutti gli eventi che si sono abbattuti sulla Lazio, deve dimostrare più di quanto ha sempre saputo fare.

Non basta il magnetismo del sarrismo per guidare questa Lazio che non gli somiglia per niente e non si può sostituire. Deve attingere a tutta la sua carica, a tutta la sua energia mentale, per costruire una squadra monoblocco, per tirarla fuori dall’incubo, per tenerla unita, per evitare che non si nasconda dietro l’alibi del non mercato, dei mancati rinnovi, dei casi in sospeso. Allenatore e parafulmine, addomesticatore di problemi, comunicatore e galvanizzatore. Maurizio rischia di dover assumere più ruoli. Ma lui è un uomo di calcio, le altre funzioni non le ha mai praticata a fondo. Gli tocca farlo per amore della Lazio.

Mau è arrivato mercoledì a Formello furente. Del blocco di mercato aveva saputo dopo la firma del contratto, come se non bastasse è stato spiazzato dalla conferenza stampa che la società aveva organizzato a porte chiuse a sua insaputa, poi rinviata a fine ritiro. Sbollita la collera, sperando che non si creino altri equivoci, il Comandante ha dato il via al raduno, avvenuto ieri a Formello. Ha incrociato i giocatori arrivati uno dopo l’altro nel Lazio Lab per effettuare le visite. Li ha salutati affettuosamente, prepara il discorso collettivo, incisivo ma stringato, che farà lunedì ad inizio ritiro. «Ora tocca a noi. Diamo tutto, tutti insieme, pensiamo solo al campo», è il senso del messaggio che Sarri vuole trasmettere. Non possono esserci scuse nonostante quanto stia accadendo, non ci si deve sentire inferiori agli altri nonostante tutto. Chiederà il massimo a ogni giocatore in mancanza di rinforzi. Gli acquisti sono riacquisti. C’è bisogno di un forte senso di appartenenza, va ricreato un clima positivo, bisogna tirare fuori più di quanta energia ci sia dentro ognuno. Sarri è sempre stato e sempre sarà un allenatore di poche parole, non proprio un comunicatore dentro lo spogliatoio. Ha preferito prevedere un discorso collettivo e non colloqui singoli, spera basti per infiammare la partenza. Il resto avverrà in campo. Corriere dello Sport