‘NB’ – Delio Rossi in studio: “Il mio rapporto con Zarate e Ledesma. E su Ljajic…” (AUDIO)

‘NB’ – Delio Rossi in studio: “Il mio rapporto con Zarate e Ledesma. E su Ljajic…” (AUDIO)

Parola all'opinionista

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Delio Rossi a ‘Noi Biancocelesti’

Delio Rossi a Radiosei: “Il calcio non è cambiato molto oggi.

Oggi però hai meno tempo per pensare. Devi essere più veloce di testa, riflessi.

La caratteristica più importante nel calcio rimane il dominio in velocità sul pallone.

I calciatori dovendo giocare 60/70 partite all’anno poi mancano di brillantezza.

Penso andrà sempre peggio, l’intenzione è quella di aumentare il numero di partite. Lo spettacolo andrà sempre di più a perdere.

Il ritmo ora è molto più alto. Per farlo devi avere una cilindrata fisica importante: l’Atalanta è l’esempio.

All’estero sono abituati da subito con allenamenti intensi e con poco recupero nella settimana. In Italia è diverso, mentalmente poi il giocatore ne risente.

Non sono più andato all’Olimpico a vedere la Lazio perché vedrei la partita con gli occhi dell’allenatore e non mi godrei lo spettacolo.

Ho smesso di giocare presto, soprattutto per problemi fisici. Già a Salerno pensavo di poter allenare i giovani. Il Foggia mi ha dato la possbilità di iniziare

Caso Ljajic? A due partite dal termine del campionato, bastava un solo punto per salvarci, a metà del primo tempo stavamo perdendo 2 0.

Sostituisco Ljiac dopo 30 minuti. Il giocatore esce protestando platealmente contro i tifosi e offendendomi. A più riprese cerco di farlo smettere, ma non ho mai cercato di aggredirlo, c’è stato una mediatizazione dell’evento.

L’esonero è arrivato dopo quella partita, il Lecce pareggiò nel finale contro la Juventus. Non fui esonerato per il gesto.

Penso che quell’evento abbia condizionato poi la mia carriera. Sicuramente mi ha creato qualche problema. Penso una persona debba essere giudicata in base alle cose che fa.

Ero stato contattato l’anno prima che arrivassi dal presidente Lotito. Arrivai l’anno successivo, e Walter Sabatini mi disse subito che non sapeva chi mi avesse voluto.

Arrivo da signor nessuno, dopo un periodo di contestazioni, erano rimasti Oddo e Liverani. Sono arrivato senza saper nulla della Lazio. All’inizio qualche problema c’è stato.

Finale Coppa Italia 2009? Sicuramente la partita che mi ha dato visibilità Io non sono amico dei miei giocatori ma faccio fatica a non affezionarmene. Mi affeziono quando vedo che hanno dato tutto per la squadra.

Pasquale Foggia meritava di giocare di più probabilmente. Mi ha sempre detto le cose in faccia, in modo diretto, questo mi è sempre piaciuto.

Gli faccio i complimenti per la sua nuova carriera. Sentendolo parlare ora, penso che se avesse ragionato allo stesso modo da calciatore, le cose sarebbero andate diversamente.

Zarate? Mauro aveva vinto il mondiale Under20 quando è arrivato. Dal punto di vista tecnico stiamo parlando di uno dei giocatori più talentuosi, forte nell’ uno contro uno seppur molto indisciplinato

Lui prediligeva ricevere la palla sul lato destro per poi puntare l’uomo ma era completamente assente nella fase di non possesso. Abbiamo iniziato a lavorarci assieme, recependo bene le indicazioni.

Zarate non è stato aiutato dai suoi famigliari, dai suoi agenti. Mal consigliato anche da qualcuno in dirigenza.

Io mi sento più un istruttore, un allenatore di giovani giocatori. La gratificazione della vittoria non mi ha mai ripagato rispetto alla delusione della sconfitta.

Non ho mai pensato il derby potesse essere una partita come un’altra, da subito mi è stato quanto valesse per la città.

Ledesma l’ho voluto io alla Lazio. Avevamo perso Liverani, uno dei giocatori più talentuosi che abbia allenato.

Eccelleva nella fase di non possesso, l’inizio non è stato dei migliori, poi però si è preso la squadra ed è diventato capitano.

Sebastiano Siviglia sarebbe sicuramente un giocatore ancora molto attuale”