
‘NMM’ – Mellone su Lazio-Lecce: “Gesto di dissenso simbolicamente giusto, non violento e riuscito. Una domanda bisogna porsela…” (AUDIO)
Parola all'opinionista
Condividi l'articolo
ANGELO MELLONE (Dir.
“Con mio figlio ho deciso di non solo di non andare allo stadio a Lazio-Lecce, ma neanche di vedere la partita in televisione. Qui c’è una specie di incoscio collettivo laziale che si mobilita ed è molto ferito. C’è qualcosa che crea un sentimento diffuso di disagio e rassegnazione. Ogni tanto anche la rassegnazione implica momenti in cui diventa difficile contenerla, tanto da trasformarla, in modo non violento, in dissenso. Da abbonato, ritengo sia un mio diritto non andare allo stadio e buttare dei soldi che già ho speso. Credo che quello dei tifosi sia stato un gesto di dissenso simbolicamente giusto, pacifico, forte e rumoroso. Vedendo il numero di coloro i quali sono andati allo stadio, ritengo che sia stata anche una protesta riuscita. Penso che non si possa più parlare di sparuta minoranza. nessuno mi ha spinto a fare assolutamente nulla. Da uomo libero ho fatto la mia scelta.
Il difetto di comunicazione non è solo quello che io come società dico. Ma anche quando, per questioni di narcisismo, non ascolto, mi chiudo. Tanto da creare un’auto-narrazione di un modo perfetto che, se non viene capito dagli altri, non prevede una propria responsabilità. Il sentimento comunitario di una tifoseria va rispettato, va accolto. Una domanda bisogna farsela arrivati a questo punto. Questa è una chiusura narcisistica, una bolla impermeabile, inscalfibile in cui pensi che il mondo funziona come pensi debba funzionare.
Non è un episodio, è una sedimentazione, è uno schema che puntualmente si ripete. Tra l’altro in una stagione in cui, a fronte dell’incrinatura dell’assioma della società perfetta dal punto di vista della gestione dei conti, c’è una tifoseria che si abbona in massa. Quando tu hai una tifoseria che si sente orfana, nella condizione psicologica in cui la storia della Lazio gli è stata sottratta, qualche domanda devi portela. Devi anche mettere in conto la possibilità di ammettere degli errori”.



