
Plusvalenze Juve, il giro si allarga: spuntano carte segrete con Atalanta e Udinese
Giustizia sportiva
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L’Inchiesta Prisma che vede per protagonista la Juventus e i suoi ex vertici dirigenziali, tra i quali spiccano Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici, potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo.
Secondo il quotidiano, la Juve utilizzava questi club come delle banche per far quadrare i conti ed è per questo che, a neanche un mese dall’inizio dell’udienza preliminare, la Procura continua a interrogare diversi testimoni, tra i quali spicca Paulo Dybala, chiamato dalla Guardia di Finanza a rispondere dei 3 milioni di euro di pagamenti posticipati concordati con i bianconeri.
L’indagine preliminare è ormai chiusa, ma in fase di processo tutti questi elementi potranno portare a contestazioni suppletive. Tutto questo filone nasce dalla mail del 10 luglio 2020 in cui l’ex dirigente delle giovanili Claudio Chiellini (oggi ds del Pisa) parlava di debiti con altre società e procuratori per “30 milioni di euro”.
Tra i club, l’attenzione dei pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello si è concentrata soprattutto su Atalanta e Udinese, che vantavano un credito con i bianconeri rispettivamente di 14,6 milioni di euro e 26 milioni di euro. Nel carteggio in possesso della Procura, si legge che la Juventus era “moralmente” in dovere a pagamenti futuri
Le operazioni sospette intrattenute con i bergamaschi riguardano Mattiello (per 4 milioni), Muratore, (4 anche lui), Caldara (3,5) e Romero (3 milioni), ma a far discutere è soprattutto quella con i friulani per Rolando Mandragora. Nel luglio 2018 il centrocampista viene infatti ceduto all’Udinese per 20 milioni fruttando una plusvalenza di 13,7 milioni, per poi essere ricomprato, dopo il grave infortunio al ginocchio, a 10milioni +6 di bonus dalla Juve, che lo lascia in prestito in Friuli.