Sarri-squadra, faccia a faccia: “Non gettiamo tutto al vento”. Poi con Immobile e Milinkovic…
Rassegna stampa
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Solo Sarri-squadra.
(Corriere dello Sport) – Regolamenti di conti Sarri-squadra. Chiarimenti su rapporti, comportamenti, prestazioni, scelte di campo, decisioni di formazione. Sarri-squadra si sono parlati più liberamente e schiettamente del solito ieri mattina a Formello, poco prima che la Juve scendesse in campo a Bergamo e soffiasse il secondo posto alla Lazio. E’ stata una riunione riservata, confidenziale, utile per riordinare idee ed equilibri, per ripartire con convinzione e vivere le ultime quattro partite al massimo. E’ un patto per la Lazio, fino al 4 giugno devono essere messi da parte gli interessi personali. Di confronti, a Formello, ce ne sono stati vari nelle ultime settimane. Dopo l’Inter era intervenuto Lotito. E Sarri, prima del Milan, aveva programmato un full immersion: due sedute alla vigilia, doppia riunione video, uno sprone continuo chiedendo alla squadra di essere decisa. Il risultato? Un flop. Sarri, nuovamente spiazzato dalla squadra, si è lamentato a S.Siro: «Nell’intervallo eravamo sfiduciati e questo mi ha preoccupato». Non ha fatto passare molte ore, ha atteso la squadra a Formello e l’ha chiusa nello spogliatoio. Nelle ultime settimane sono successe tante cose. Tre sconfitte su quattro partite. Tre prestazioni scadenti contro Torino, Inter e Milan. Solo la vittoria col Sassuolo, non certo fluida, ha interrotto la crisi. Non è stata solo una questione di risultati. Sarri, dopo il Toro, aveva ammesso di aver sbagliato la programmazione dei giorni precedenti impostando un lavoro pesante per garantirsi uno sprint nel rush finale. C’è stato il primo crollo di S.Siro: «Abbiamo dato sensazione di debolezza». Hanno fatto seguito le scelte per il Sassuolo. Fuori Milinkovic, tra i più accusati dopo l’Inter, bocciato in panchina nel turno infrasettimanale. Fuori Ciro, sostituito in corsa. Aveva reagito male contro l’Inter, è esploso all’Olimpico. Due casi che sommati alla cruda realtà hanno contribuito a moltiplicare le inquietudini dentro lo spogliatoio e a minare le certezze di Mau. Sabato ha detto «se guardiamo il calendario siamo morti», riferendosi alle gare contro Lecce, Udinese, Cremonese ed Empoli, facili sulla carta. Non sta lanciando segnali da Comandante, dentro di sé teme che la Champions possa svanire nelle ultime partite. Ha perso il vero Milinkovic e non riesce ad avere i veri Ciro e Zaccagni. E’ alle prese con la doppia assenza di Cataldi e Vecino, da S.Siro è tornato acciaccato Marcos Antonio (caviglia sinistra dolorante).