
Sergio Leone, ‘Per un Pugno di Like’
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“Sergio Leone, romano e romanista”. Ma anche no.
E’ sempre bene ricordare che -in una città che vive il calcio visceralmente- ogni cosa può trasformarsi in sfottò. E’ normale, è anche la sua bellezza per certi versi. Al tempo stesso, ci sono dei miti assoluti -nati e cresciuti nell’Urbe- che non possono essere amati od odiati a seconda della loro fede calcistica. E’ però giusto sottolineare che ‘appropriarsi indebitamente’ di un grande artista, può essere di cattivo gusto. E’ il caso di Sergio Leone, uno dei più grandi registi di tutti i tempi, cresciuto a Viale Glorioso salendo e scendendo i 126 gradini della sua scalinata. “Tornando da Ostia, mi fermai all’EUR doveva Sergio viveva e andai a trovarlo a casa: lui era lì, un po’ assonnato, stava sentendo la sua Lazio alla radio, perché lui era tifoso laziale“. Parole e musica di Carlo Verdone, suo allievo, suo amico. E lo sottolineiamo non per campanilismo, ma semplicemente per ‘fact checking’. Perché? Perché accompagnare il ‘suo’ bellissimo murale in zona Tor de Schiavi -del meraviglioso artista Lucamaleonte- con “Sergio Leone, romano e romanista” è semplicemente sbagliato. Sergio Leone non avrebbe neanche bisogno di essere confinato in uno steccato, ma qualora lo si volesse erigere, questo sarebbe biancoceleste.