Striscioni razzisti a Firenze: indignazione a due velocità

Striscioni razzisti a Firenze: indignazione a due velocità

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“Le tue guardie non ti salveranno la vita.

Zingaro per te è finita” e ancora:”Vlahovic zingaro di merda”. Sono due dei numerosi striscioni comparsi a Firenze all’esterno del Franchi la scorsa notte. L’obiettivo è il giocatore serbo ex Fiorentina, reo di aver accettato il trasferimento agli odiati nemici della Juventus.

L’argomento non è il disgusto provocato da questi striscioni razzisti e pericolosi. L’argomento è l’indignazione a doppia velocità della stampa. Per molto meno il tifo laziale è stato sbattuto in prima pagina con tanto di indignados di contorno a fare a gara a chi si dissociava con più forza.

Persino normali striscioni di scherno appesi al Ponte degli Annibaldi dopo l’ennesimo derby perso dalla Roma sono stati trasformati dalla stampa romana (ormai feudo giallorosso) in atti di eversione sui quali indaga la Digos. Salvo poi scoprire che nessuno ha indagato perché non c’era nulla da indagare. Semmai da rosicare.

Gazzetta, Corriere dello sport, Messaggero, Repubblica, nessuno fa eccezione. Tutti pronti a urlare al mostro quando si tratta di Lazio nascondendosi dietro alla presunta gravità dell’atto che giustificherebbe il risalto.

Tutto giusto. Peccato che quando si tratti di altre squadre, l’ineluttabilità, la gravità, la necessità, cedono il passo all’opportunità.

Questa volta è il caso degli striscioni contro Vlahovic che minacciano a morte il calciatore e in piena estasi razzista gli danno dello “zingaro”. Si legge sulla stampa: “Striscioni offensivi”, “Insulti a Vlahovic”, “La rabbia dei tifosi viola”, ma di razzismo e di minacce di morte nemmeno a parlarne.

Non ci si rende conto che questo doppiopesismo, questo benaltrismo opportunistico, serve solo a dar ragione a chi razzista o fascista lo è davvero e perseverando in comportamenti scorretti ancorché illeciti, ha la comoda foglia di fico della stampa di parte dietro cui nascondersi.

Pronto ad ergersi a vestale dell’antirazzismo (ma ad usum delphini) e a nascondere la testa sotto la sabbia quando non conviene, questo modo di fare giornalismo finisce per favorire la parte peggiore del tifo che col benaltrismo dettato da questa stampa riesce a giustificare qualsiasi nefandezza.

Alessio Buzzanca