‘SVB’ – Tommaso e Guglielmo Loy: “Con Nanny vivevamo la Lazio tutte le domeniche. Papà avrebbe meritato di più” (AUDIO)

‘SVB’ – Tommaso e Guglielmo Loy: “Con Nanny vivevamo la Lazio tutte le domeniche. Papà avrebbe meritato di più” (AUDIO)

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Guglielmo e Tommaso Loy, figli del compianto Nanny, sono intervenuti stamattina ai microfoni di Radiosei, nella trasmissione ‘Sei Volte Buongiorno’ per commentare la scelta di dedicare un Lazio Club al loro papà.

“Un club di tifosi laziali intitolato a papà? Ho provato grande piacere e meraviglia perché arriva a distanza di 30 anni dalla morte. Quest’anno saranno inoltre 100 anni dalla nascita. Con papà la prima volta vidi Lazio-Parma al Flaminio, Coppa Italia, è scoppiata la scintilla”, ricorda Tommaso.

“E’ stata una cosa assolutamente sorprendente. Mi ha fatto piacere anche che Battiston sia stato il primo testimonial. Papà con noi figli era presente soprattutto nel weekend, allo stadio o ascoltando la Lazio alla radiolina. Poi il lavoro lo portava lontano da casa. Ricordo un Lazio-Juve col gol di De Paoli non visto”, spiega invece Guglielmo.

“Per quanto riguarda il rapporto con noi, vogliamo ricordare “Il padre di famiglia” datato1967. Era un’opera fortemente autobiografica nella quale papà dichiarava un “amore impossibile” per nostra madre. In quell’occasione i figli del protagonista, ovvero noi, dovemmo diventare tifosi del Milan. Scelta obbligata per una pellicola ambientata a Milano con Rivera che imperversava”.

“Negli anni 60 e 70 c’erano famiglie tradizionale. Nanny c’era e non c’era, era una famiglia matriarcale. Mamma forse era della Roma ma forse non ha mai avuto il coraggio di dircelo”, ricorda Guglielmo. “A papà piaceva giocare a carte, l’ho portato dentro di me perché sono insegnante di Bridge”, ci svela invece Tommaso.

“La carriera di papà? Sono certo che avrebbe meritato di più. Era il periodo in cui si parlava molto di Fellini e altri maestri, ma papà avrebbe certamente meritato di più. Alcune sue opere non erano da meno. In carriera ha dovuto faticare per imporre le proprie idee. Penso a Scugnizzi, tematica sociale sui minori poi diventata un successo internazionale anche grazie al teatro”.