Tavares, il rombo della Lazio: sprint a 35,3 chilometri orari

Tavares, il rombo della Lazio: sprint a 35,3 chilometri orari

Rassegna stampa

Condividi l'articolo

Tavares è Fast and Furious, veloce e furioso. Non aveva capito subito la strada da prendere, sono serviti gli sproni di Baroni e le due esclusioni iniziali per fargli capire quale fosse.

Inizio rallentato, ripartenza affrettata. Motivi fisici e certe indecifrabili lune stavano frenando il suo acquisto, il tempo e i giusti segnali lanciatigli in allenamento sono serviti a scuoterlo. Tempo di reazione record, mostruosa l’imprendibilità di sabato, il Milan si è fatto attraversare dai suoi allunghi. Filando alla velocità di 35,3 chilometri orari il portoghese è stato tra i re dello sprint. Solo Theo Hernandez ha fatto meglio per un soffio di vento (35,35). 

Baroni s’è visto piovere in testa una manna. A sinistra, la fascia sfasciata da anni, finalmente c’è un terzino mancino che crossa, che serve palloni d’oro, anche difende. Prima di sbriciolare il Milan proprio Tavares aveva salvato su Okafor davanti a Provedel. «Con lui posso riposare anche in fase d’attacco. Nuno è un grande giocatore, questi strappi nel calcio di oggi sono decisivi», la benedizione di Zaccagni. La figurina di Tavares è diventata un santino nei meme dei tifosi. Funziona la ditta “dai e vai” formata da Nuno e da Zaccagni. Il primo gol al Milan è nato da una sterzata del capitano, arretrato a centrocampo, ha aperto per Dia che ha lanciato Tavares in area, cross al bacio per Taty. Il secondo: Tavares, dal centrocampo, per Zaccagni, affondo e palla lunga per il portoghese lanciatosi nel frattempo a razzo, pareva davvero un missile. Altro assist al bacio per Dia. La falcata lunga, le progressioni, soprattutto quei cross tagliati che sono pane per i denti dei centravanti. Cross che Baroni conta ogni partita, che vuole moltiplicare e che alla Lazio non si vedevano da anni. Nuno allenta e affretta, solo a 15 anni si è deciso a giocare a calcio, era più attirato dalla musica, è un violoncellista. Baroni ha il suo quartetto d’archi: Tavares, Zaccagni, Dia e Taty. La sonata è in “gol” maggiore. Corriere dello Sport