Lazio, la forza di Dia: Champions e Ramadan per la Lazio

Lazio, la forza di Dia: Champions e Ramadan per la Lazio

Rassegna stampa

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Capita quando inizia il mese del Ramadan e bisogna continuare ad allenarsi, a giocare, a resistere al digiuno.

È il mese sacro dei musulmani, dura 29-30 giorni, quest’anno è iniziato sabato 1 marzo e si concluderà tra il 29 e il 30 marzo prossimi. A ridosso della ripresa e di Lazio-Torino programmata lunedì 31. È un mese dedicato anche alla spiritualità, alla preghiera, alla riflessione. Per gli sportivi è più duro perché il digiuno giornaliero inizia all’alba e termina al tramonto, bisogna conciliare l’astensione dal cibo e dall’acqua con le esigenze della preparazione atletica e tattica, degli allenamenti, delle partite. Dia osservava il Ramadan anche a Salerno, lo fa alla Lazio insieme a Dele-Bashiru. L’attaccante in questi giorni si trova in nazionale. Il cittì del Senegal, Aliou Cissè, l’aveva convocato per gli impegni con il Sudan (di ieri sera) e con il Togo di martedì, validi per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Il primo s’è giocato in campo neutro, in Libia. Il secondo si giocherà a Diamniadio, ad una trentina di chilometri dalla capitale Dakar.

Dele-Bashiru è a Formello, era rientrato nel ritorno col Viktoria Plzen, poi non è stato convocato per Bologna. Non ci sono state comunicazioni in merito al suo forfait, si è pensato automaticamente al riacutizzarsi dei problemi alla cavigilia causati dall’infortunio di Venezia. In campo, nella prima settimana di sosta, non si è visto. Va recuperato per la ripresa.

Nelle ultime settimane ha fatto parlare di più Dia, tutti a chiedersi da tempo cosa avesse, perché dopo il gol al Napoli è andato in calo (nessun gol in 7 partite). Una spiegazione adesso può esserci, lo sforzo è stato doppio. In più l’attaccante si trascina fastidi alla caviglia infortunata contro il Ludogorets, quando Chochev gli rifilò una randellata, graziata incredibilmente. Non s’è mai ripreso totalmente. Baroni spera di riaverlo al top per il finale, è stato l’innesco della Lazio a quattro punte. Si era messo al servizio dell’allenatore e dei compagni. Voglia di rigiocare, carica viscerale, chiave tattica del 4-2-3-1: