
Lazio, più realismo e meno sarrismo: ecco come il tecnico si è adattato a valori e caratteristiche della squadra
Rassegna stampa
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Un gioco senza tanti preliminari, senza l’ipnosi dei passaggi orizzontali, della bellezza a tutti i costi, cedendo alla sola legge della vittoria, senza per questo doversi piegare alla bruttezza della prestazione.
(…) Mau già alla vigilia aveva parlato di sviluppo di gioco e non di modulo: «La mia esperienza alla Lazio non è mai stata di grande palleggio, quando parlo di come giocare non parlo del modulo ma di come si sviluppa il gioco. Io a Como già nel primo tempo avevo capito che potevamo far male agli avversari solo attaccando la profondità».
Mau nella conferenza di sabato l’ha detto: «Se la squadra non ha le caratteristiche adatte a me vuol dire che ha sbagliato chi mi ha chiamato». E’ rimasto e il cerino adesso è in mano a lui. Non crede che manchi qualità, è da affinare. Ha fissato degli obiettivi, vuole che si acquisisca «lucidità nelle scelte». Col Verona i passaggi totali sono stati 702, quelli riusciti 643. I passaggi nella metà campo avversaria sono stati 405, la precisione dell’88,4%. I palloni giocati in avanti (riusciti) 303. I passaggi lunghi, per centrare uno dei punti del cambiamento, sono stati 81 tra il Como e il Verona: 33 nella prima partita, 48 nella seconda. Sarri sfrutterà la pausa per lavorare a 360 gradi. L’attacco della profondità, finché i sincronismi non miglioreranno, sarà un’arma. In difesa ha spiegato che i meccanismi funzionano in allenamento, quando la linea lavora senza avversari, solo orientando i movimenti sul pallone. In partita riesce meno, la linea a 4 lavora un po’ sul pallone e un po’ sull’avversario. Prima il Sassuolo fuori, poi il derby. I lampi di domenica dovranno essere confermati a Reggio Emilia, prova generale della partitissima. Corriere dello Sport