Lazio, Sarri capocantiere: sette scommesse per costruire un futuro migliore

Lazio, Sarri capocantiere: sette scommesse per costruire un futuro migliore

Rassegna stampa

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La Lazio è un cantiere aperto, e Maurizio Sarri ne è il capocantiere.

Dalla sua nuova ripartenza a Formello, l’allenatore ha messo in atto un lavoro quotidiano di adattamento e sperimentazione. Senza nuovi innesti di mercato e con una rosa che non rispecchia pienamente le sue idee, Sarri ha davanti una sfida doppia: rendere competitiva la squadra nel breve periodo e gettare le basi per un progetto di lungo termine.

L’obiettivo di Sarri? Far crescere internamente almeno 7-8 giocatori di livello, così da ridurre al minimo la necessità di acquisti futuri, spiega il Corriere dello Sport nell’edizione odierna. Se ciò non accadrà, sarà difficile proseguire sulla strada tracciata. Nel frattempo, Sarri ha iniziato a modellare diversi giovani e profili ancora in cerca di una collocazione stabile. Da Tavares, che sta cercando di trasformare in terzino completo, a Provstgaard, Belahyane, Dele-Bashiru, Cancellieri, Noslin e Isaksen: un gruppo eterogeneo che va dai 21 ai 26 anni. Con la difesa ancora da sistemare, Sarri ha promosso Provstgaard, giovane danese che ha saputo sfruttare l’occasione della squalifica di Romagnoli. Entro giugno serviranno almeno due nuovi centrali, soprattutto considerando la situazione contrattuale di Gila. E a centrocampo, l’urgenza è evidente. Dele-Bashiru è ancora in fase di costruzione e Belahyane, invece, sta sorprendendo per le sue accelerazioni, anche se ancora troppo disordinato per fare il regista.

Davanti, in casa Lazio, conclude il quotidiano, il lavoro continua su tre fronti. Cancellieri è cresciuto sotto il profilo della maturità, ma resta da rifinire. Isaksen rientrerà presto e Sarri spera di rivedere il giocatore brillante ammirato con Baroni. Noslin, infine, resta un’incognita tattica: può fare l’ala, forse la seconda punta, ma ha mostrato istinto e capacità di adattamento. La sua presenza sarà preziosa durante l’assenza di Dia per la Coppa d’Africa.