Lazio-Sarri, suggestione ritorno: Fabiani spinge, ha già sondato lo spogliatoio. Ma Lotito…

Lazio-Sarri, suggestione ritorno: Fabiani spinge, ha già sondato lo spogliatoio. Ma Lotito…

Rassegna stampa

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Dal sogno Champions all’inferno in un attimo: Caporetto in casa contro il Lecce e addio all’Europa dopo otto stagioni di seguito.

Il finale da incubo rischia di non lasciare scampo a un altro triste epilogo fuori dal campo. Scende il gelo fra Baroni e la Lazio: «La società sa se mi deve esonerare oppure no. Dovremo vederci e decidere il futuro», le ultime parole del tecnico, sondato dalla Fiorentina (ma ora Palladino è in Conference al suo posto) e altrettanto incerto sulla sua volontà di restare a Formello. Domani e giovedì ci sarebbero due slot liberi da impegni per fissare l’incontro, ma non è escluso possa slittare alla prossima settimana per prendere tempo. Infatti, da ieri Lotito e Fabiani giurano in coro: «Stiamo metabolizzando lo choc di una debacle, che ha dilaniato una stagione più o meno positiva. Le riflessioni sono in corso». Tradotto: sono già alla ricerca di un eventuale sostituto. Chiamatele pure prove di divorzio da Baroni, perché prima va valutato cosa offre il mercato. È questo il vero nodo, mica i miseri 1,3 milioni d’ingaggio rimanenti sino al 2026, il contratto per un solo altro anno. Dopo due settimi posti consecutivi (senza Coppe, l’ultimo è un fallimento), la Lazio non può permettersi altre scommesse con allenatori emergenti come Vieira, Klose, Almeyda, Vanoli, Farioli o Gilardino. Italiano piace tanto, ma sembra destinato a rimanere a Bologna, se non dovesse raggiungere Tare a Milanello.

A proposito: nella lista di gradimento c’è l’ex Sergio Conceição, ma soprattutto Thiago Motta, in cerca di rilancio dopo i flop sulle panchine di Milan e Juventus. Lotito pensa in grande, addirittura all’amico Allegri, vicino al Napoli e pura utopia considerate le ambizioni e lo stipendio. In realtà, basterebbe che il patron dimenticasse gli ultimi attriti sul mercato dopo il secondo posto, mettesse da parte l’orgoglio e andasse a Castelfranco a richiamare Sarri per placare la rabbia di un popolo ripiombato nella contestazione e nello sconforto. Il progetto del Comandante si era bruscamente interrotto, ma ora anche lui andrebbe convinto a risposarlo, soprattutto prima che arrivino offerte più allettanti da altre piazze, già sullo sfondo. Lotito non ama i cavalli di ritorno, sa che dovrebbe offrire a Maurizio garanzie, ma Fabiani spinge da mesi per questa soluzione, a tal punto da aver già sondato in gran segreto anche gli umori dello spogliatoio.

Un clamoroso e romantico ritorno di Sarri potrebbe infatti essere propedeutico alla permanenza di tanti big (vedi Romagnoli e Guendouzi) già con le valigie in mano e a un mercato, che seguirà ancora la linea dello svecchiamento, a maggior ragione senza nemmeno i minimi introiti della Conference a bilancio. Mau aveva detto di essere pronto a lanciare i giovani in un nuovo ciclo, prima di essere costretto alle dimissioni a marzo 2024. Fabiani è convinto che il Comandante avrebbe valorizzato questo organico e potrebbe farlo – a maggior ragione senza Coppe – il prossimo anno. Senza assumersi chissà quali responsabilità sugli ultimi acquisti, infatti, la società non è da tempo soddisfatta di Baroni per la gestione della rosa, la stessa che sino a gennaio aveva invece vinto in lungo e in largo, dominato in Europa prima di perdersi fra troppi gol presi, sconfitte e pareggi amari all’Olimpico. Secondo il club non c’entrano i giocatori (sempre gli stessi, spremuti), ma la guida che non ha saputo gestire il successo, ha smesso di incidere e ha perso il controllo del gruppo. La debacle contro il Lecce all’ultima giornata è stata solo la ciliegina sul disastro, come espressamente enunciato in un comunicato: «Chiediamo scusa ai tifosi per questo finale di stagione che ha compromesso, irrimediabilmente, quanto di buono era stato costruito». Lotito però non vuole prendere ancora decisioni affrettate, preferisce avere un quadro più chiaro prima di vedere Baroni e mettere un punto. Se la Lazio non avrà nulla di meglio in pugno, occhio all’improvviso dietrofront. Il Messaggero