
Lazio da 10 in trasferta, ma ora per la Champions serve un altro Olimpico
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Una Lazio da 10 in trasferta o almeno da Champions, perché Baroni sarebbe quarto in campionato se valessero soltanto le partite fuori casa: 31 punti frutto di 10 vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte.
Sarebbe quasi una corsa scudetto. Prima l’Atalanta a 36 punti. Napoli secondo a quota 33 e Inter terza con 32. Le altre staccate: la Juve, sesta, ha raccolto 25 punti lontano dallo Stadium. All’Olimpico va meno bene. La Lazio sarebbe settima accanto all’Atalanta con 28 punti in 16 partite. Un bottino raccolto attraverso 7 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte. Comanda l’Inter con 39 punti totalizzati a San Siro. Insegue il Napoli con una lunghezza di ritardo. Il Bologna è terzo con 36 punti e la Roma quarta con 35. Fiorentina e Juventus appaiate a quota 34. La Champions, giocando soltanto all’Olimpico, sarebbe irraggiungibile.
Un dato, però, fa riflettere. La differenza è stata scavata negli ultimi due mesi, quasi certamente si può ricondurre alla prolungata assenza di Castellanos, la punta di diamante della Lazio. Se manca lui, Dia fatica da unico centravanti perché è abituato a partire da lontano e Noslin, più di una volta, ha steccato. Non si tratta di un classico 9. La Lazio, esclusa Europa League, in casa non vince dal 9 febbraio, quando travolse il Monza (5-1). Da allora quattro pareggi di fila, provocati anche dalle difficoltà del calendario: 2-2 con il Napoli, 1-1 con l’Udinese, 1-1 con il Torino e 1-1 con la Roma. La squadra biancoceleste è apparsa in difficoltà soltanto con i friulani. Dopo la sosta, seppur rimontata da un gol di Gineitis, era apparsa in progresso di fronte ai granata e nel derby ha giocato meglio e costruito, meritava di vincere. Si è fatta riacciuffare per dieci minuti di calo e per il sinistro pieno di effetto di Soulé. In definitiva, mancano 2 punti con il Toro e si può ragionare nel confronto con la Roma, perché un pari non è mai disprezzabile nel derby.
Un dato, però, fa riflettere. La differenza è stata scavata negli ultimi due mesi, quasi certamente si può ricondurre alla prolungata assenza di Castellanos, la punta di diamante della Lazio. Se manca lui, Dia fatica da unico centravanti perché è abituato a partire da lontano e Noslin, più di una volta, ha steccato. Non si tratta di un classico 9. La Lazio, esclusa Europa League, in casa non vince dal 9 febbraio, quando travolse il Monza (5-1). Da allora quattro pareggi di fila, provocati anche dalle difficoltà del calendario: 2-2 con il Napoli, 1-1 con l’Udinese, 1-1 con il Torino e 1-1 con la Roma. La squadra biancoceleste è apparsa in difficoltà soltanto con i friulani. Dopo la sosta, seppur rimontata da un gol di Gineitis, era apparsa in progresso di fronte ai granata e nel derby ha giocato meglio e costruito, meritava di vincere. Si è fatta riacciuffare per dieci minuti di calo e per il sinistro pieno di effetto di Soulé. In definitiva, mancano 2 punti con il Toro e si può ragionare nel confronto con la Roma, perché un pari non è mai disprezzabile nel derby.
Ora serve uno scatto all’Olimpico. Baroni deve alzare il ritmo anche in casa se vuole tentare l’impresa del quarto posto che coronerebbe una stagione a lungo entusiasmante. Lunedì il Parma, domenica 11 il confronto diretto con la Juve, il Lecce per chiudere in casa il campionato. Il bottino pieno (9 punti) aiuterebbe a sognare.
Corriere dello Sport