
‘NMM’ – Arbitri, Bergonzi: “Regolamento insufficiente. Parma-Lazio? Discutibile, ma il protocollo…” (AUDIO)
Arbitri
Condividi l'articolo
L’ex arbitro, MAURO BERGONZI, in collegamento a ‘NMM’
“Arbitrare è più difficile che commentare gli arbitri, ma almeno sei seduto.
Per Parma-Lazio la parola ‘discutibile’ è la più corretta: evidenzia che non si sia trattato di abbagli, ma di qualcosa che dà motivo di discussione. Live con la refcam, il rosso a Zaccagni non è un errore così grave o quantomeno lo capisco: vedi un giocatore che sbaglia il controllo e per riconquistare il pallone rincorre e interviene col piede alto, anche senza voler far male. L’arbitro vede quella scena e ci sta che dia il rosso. Il Var non interviene in quelle situazioni perché deve farlo in caso di gravi ed evidenti errori. Questa è stata invece una situazione che ha creato dibattito e che quindi non è chiaro ed evidente errore: il Var ha fatto bene a non intervenire.
Per l’arbitro quello è stato un grave fallo di gioco, che da regolamento comporta una giornata. Potrebbe anche essere che la sala Var ha valutato allo stesso modo, perché in caso di lettura diversa è già sucesso di vedere l’arbtiro richiamato al monitor. Ma da protocollo il Var non dovrebbe intervenire in casistiche simili, per quanto in un campionato ci siano moltissimi episodi su cui poter discutere. Resta comunque una Lazio solidissima, di carattere, capace di vincere in nove contro undici su un campo difficile come quello del Parma.
Arbitri dall’estero? No, assolutamente: pensate a Inter-Liverpool. Sicuramente è vero che oggi ci sia molta interpretazione, ma è il cambiamento stesso del calcio che ti porta a farlo. Il regolamento non è così vasto da poterlo applicare in modo uniforme a ogni gara. Oggi è complicatissimo arbitrare, il Var può dare una mano ma anche condizionare. Gli arbitri devono essere bravi e moderni nel capire il calcio contemporaneo. Questo è il passo successivo: non solo applicare il regolamento, ma capire che non è fallo ogni contatto e che al monitor è tutto rallentato e quindi sembra sempre fallo mentre sul campo è diverso.
Pensate allo step on foot: anni fa la UEFA aveva applicato una regola per evitare interventi mirati a far male l’avversario. Poi da lì si è esagerato e ora ogni situazione viene fischiata o fatta vedere al monitor. Anche per quanton riguarda la personalità qualche arbitro è carente, ma anche in Serie A molti calciatori sono carenti in tal senso. Si tratta di un problema generale, serve tempo prima di creare la nuova generazione di arbitri e calciatori. Rocchi sta provando a mettere dentro tanti ragazzi nuovi, con qualcuno si riesce prima mentre con altri ci vuole tempo.
Il rosso a Basic? Marchetti viene richiamato dal quarto ufficiale, lui non vede nulla. Il quarto uomo avrà visto Basic muovere il gomito verso l’avversario, anche se riguardando le immagini non c’è tutta questa veemenza. Il discorso è lo stesso di prima: live sembra una cosa, con le immagini è diverso. Le giornate di squalifica? L’arbitro sul referto scrive quello che ha visto, poi decide il Giudice Sportivo ma generalmente basandosi solo sul referto.
Un’altra cosa da combattere in futuro sono quelle scene assurde, che non si possono vedere, che si verificano quando un calciatore viene solo sfiorato e si butta a terra contorcendosi. L’arbitro in campo non ha consapevolezza dell’entità, ma basterebbe mettere che il Var ha la possibilità da protocollo di intervenre sulle simulazioni. Questo, più due giornate di squalifica, farebbe finire situazioni simili”.



