Blocco Lazio, Gravina: “Indicatori oggettivi. Pochi ricavi e costi troppo alti, così manca sostenibilità”

Blocco Lazio, Gravina: “Indicatori oggettivi. Pochi ricavi e costi troppo alti, così manca sostenibilità”

Dichiarazioni

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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha spiegato le ragioni alla base dell’abbassamento del limite relativo all’indice del costo del lavoro e ha fatto chiarezza sul blocco del mercato della Lazio

“La chiave è la sostenibilità, purtroppo confusa con il concetto di crescita senza limiti.

Valore della produzione e costo del lavoro devono andare d’accordo. Non vuol dire che non puoi spendere, ma che si può fare mettendo delle risorse. In Bundesliga da 18 anni il 90% delle società chiude in utile”.

“Pensate, noi l’abbiamo appena portato al 70% e non è stato facile. Partivamo da 90, poi 80. Più è basso più ci avviciniamo alla sostenibilità. In Germania da anni è al 50%”.

Blocco Lazio: “È mancato il rapporto tra questo valore della produzione e il costo del lavoro. Quindi pochi ricavi e costi troppo alti. Il risultato ha dato tre parametri non rispettati. Così si è arrivati al blocco totale”.

A tal proposito, ha negato che sarebbe bastata un’immissione di 3 milioni di euro nelle casse societarie per evitare il blocco: “Ma dai, siamo seri. Se andiamo dietro alla demagogia non ne usciamo.Gli indicatori sono oggettivi e sono stati approvati a marzo del 2024. Tutti conoscevano le regole del gioco e anche Lotito le ha votate”

Gravina sull’indice di liquidità

“Io sono sempre stato per l’indice di liquidità ammissivo: se non rispetti il rapporto tra attività e passività correnti, non ti iscrivi al campionato. Era a 0,5, noi lo abbiamo portato a 0,6 quando nell’economia di mercato già 1 è un fattore di rischio.La Lega ci portò in tribunale. Oggi è evidente che il mondo del calcio viva momenti di fibrillazione finanziaria. E va dato merito a chi ricorre alle proprie finanze”.