
Lazio-Flaminio, la conferenza dei servizi tarda ad arrivare: stallo su mobilità e viabilità
Progetto stadio
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Next stop, Flaminio. Non è l’annuncio della prossima fermata della metropolitana, ma il piano della Lazio per il nuovo stadio.
È trascorso poco più di un mese dall’ultimo incontro pubblico, quello avvenuto durante la cena commemorativa dei 25 anni del secondo scudetto. Era il 15 maggio (il campionato era ancora in corso) e nella Casina di Macchia Madama il presidente Lotito aveva incontrato il deputato democratico Claudio Mancini, molto vicino al sindaco Gualtieri, e l’Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma, Alessandro Onorato. In quell’occasione c’era stata una lunga chiacchierata e, ovviamente, si era parlato pure dell’iter in corso per la riqualificazione dello stadio Flaminio, progettato da Nervi per le Olimpiadi del 1960. Un sogno sul quale il patron della Lazio sta lavorando da anni, ma che mai come negli ultimi mesi ha visto passi avanti sostanziali. La tanto attesa conferenza dei servizi, pur senza indicazioni ufficiali, sarebbe dovuta partire al più tardi nei primi giorni di giugno. Tuttavia, c’è ancora una fase di stallo, dovuta principalmente alla complicazione che nasce a livello burocratico quando ci sono da mettere d’accordo più protagonisti. Ad ogni modo, il club biancoceleste sta proseguendo con le sue valutazioni tecniche e con le migliorie da apportare al piano originario, in modo tale da rispondere in modo efficiente a tutte le prerogative che saranno richieste dalla varie sovrintendenze in sede di valutazione. Ad oggi, la situazione non ha subito variazioni significative rispetto a un mese fa, con il solo tassello di mobilità e viabilità che riscontra ancora qualche “difetto” da sistemare (si parla di collegamenti, parcheggi, trasporti pubblici e compatibilità urbanistica). La strategia è sempre la stessa: prima di presentare formalmente il proprio progetto, Lotito vuole avere il minor margine di rischio rifiuto possibile. Un parere negativo ricevuto in modo informale prevede una tempistica di sistemazione relativamente breve, un altro ricevuto in via ufficiale ne richiederebbe una molto più lunga. L’obiettivo, comunque, rimane sempre quello di far tornare la Lazio nella sua casa. E al tempo stesso dare nuovamente una vita al Flaminio, oggi abbandonato e al pari di un rudere. Per questo si sta lavorando per trovare soluzioni condivise anche con l’amministrazione, così da offrire una struttura che non solo sappia offrire un valore aggiunto al club, ma anche a tutto il quartiere. È il sogno di Lotito e di praticamente tutti i laziali. Corriere dello Sport