Lazio, la sfida di Sarri: “Andiamo oltre i nostri limiti”

Lazio, la sfida di Sarri: “Andiamo oltre i nostri limiti”

Rassegna stampa

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Niente alibi, niente distrazioni.

Almeno internamente, il mercato bloccato non è da vedersi come una zavorra, ma come un’opportunità. Un’occasione per conoscersi meglio, per stringersi, per crescere davvero. Ma soprattutto, per mettersi in gioco. È questo il messaggio che Maurizio Sarri ha ribadito al gruppo, sia prima che dopo l’amichevole di Frosinone contro l’Avellino, vinta 1-0 al 92’ con un rigore trasformato da Guendouzi. Quello al Benito Stirpe è stato il test che ha simbolicamente chiuso il ritiro a Formello, un periodo in cui il Comandante ha ribadito più volte al gruppo lo stesso mantra: «Dobbiamo sfidare noi stessi. Le difficoltà si possono affrontare in modo negativo, con gli alibi, oppure in modo positivo, facendo gruppo». 

Lui, neanche a dirlo, ha scelto la seconda via. E ha chiesto ai suoi di fare lo stesso. Il blocco del mercato, frutto delle ormai note vicende legate all’indice di liquidità e all’impossibilità di intervenire in entrata, ha costretto la Lazio a rivedere piani e strategie. Ma per quanto possa essere un fattore che evidentemente sta incidendo su tutto, non può e non deve rappresentare un freno all’ambizione individuale e collettiva. Non serve prefissarsi obiettivi di classifica, sarebbe forse controproducente. Certo, l’idea è quella di migliorare i due settimi posti conquistati nelle ultime stagioni. E per riuscirci occorre che dia molto di più chi già c’era, senza contare su risorse esterne. «Se non potremo migliorarci attraverso il mercato – ha spiegato il tecnico – allora lo faremo con l’allenamento». Una sorta di dichiarazione di guerra alla rassegnazione, al vittimismo. Una chiamata collettiva alla responsabilità, rivolta a ogni singolo giocatore. Sarri vuole una Lazio concentrata solo su sé stessa, capace di isolarsi dal rumore del mondo esterno e guardarsi dentro. Ogni elemento della rosa dovrà affrontare una sfida personale. Contro sé stesso, perché ad oggi è l’unico duello che conta davvero: superare i propri limiti, scrollarsi di dosso la mediocrità, tornare a somigliare a una squadra che ha l’Europa nel DNA. Corriere dello Sport