
Klose: “Lazio, per la Champions servono acquisti. E la società cambi nei rapporti” (VIDEO)
Dichiarazioni
Condividi l'articolo
L’ex attaccante Miroslav Klose, oggi allenatore e presente all’Olimpico per la commemorazione della Coppa Italia 2013 prima di Lazio-Cremonese e per l’addio al calcio di Radu, si è così espresso in zona mista: “È stata una serata particolare, questo giro prima della partita con i tifosi mi ha lasciato emozionato e senza parole”.
Cosa le ha lasciato la Lazio?
“Nella mia testa tanto.
C’è stato l’addio al calcio di Radu.
“So che ancora non ha trovato un altro lavoro, ma dovrà farlo. Non può fermarsi a riposare! Quindici anni di Lazio, che dire? Spettacolare”.
La Lazio è pronta per la Champions?
“Se comprano qualche altro giocatore sì… La squadra è forte, ci sono tanti caratteri diversi, ma per giocare la Champions e vincere qualche partita ancora devono prendere qualcuno”.
Come descriverebbe la lazialità a chi non la conosce?
“Direi di guardare tutto quanto successo oggi, da un’ora prima fino alla partita. Non si possono spiegare certe cose, vanno vissute: la Lazio è la Lazio”.
Pensa di allenare la Lazio un giorno?
“Sì, normale che sogni di tornare da allenatore in quelle squadre in cui ho giocato. Ho fatto la mia prima esperienza (all’Altach, ndr) ora voglio trovare una nuova squadra e allenare. Magari un giorno sarò qua”.
Che rapporto ha con la società? C’è chi dice che il suo addio fu burrascoso.
“Per me è importante non dire le bugie, che mi era stato proposto un contratto. Non era vero, lo era che io volessi andarmene ma offerte della Lazio mai ricevute. Ormai è passato tanto tempo, non ne voglio riparlare… E tornare in questa città per giocarci mi manca. So che tanti giocatori – prosegue Miroslav Klose – qua non sono andati bene, credo che la società debba un po’ cambiare e fare una roba come ha fatto oggi. Non solo per Radu, anche Lulic, Mauri e tanti altri che sono andati via… Sono leggende, non puoi avvisare all’ultimo giorno che non gli sarà rinnovato il contratto. È brutto. Non conta solo il giocatore, ma anche l’uomo e dietro di lui ci sono familiari e amici”.