
SPECIALE 14 MAGGIO – Ballotta: “Unico, inaspettato ed il compleanno di mia madre. Anche grazie al Giubileo e Collina. Tutto nacque da…” (AUDIO)
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MARCO BALLOTTA ai microfoni di Radioseilazio ricorda lo Scudetto del 14 Maggio 200:
“Sono trascorsi 25 anni ma sembra ieri.
La partita più importante fu la vittoria di Torino con la Juventus, quando accorciando in classifica e mettemmo davvero pressione ai bianconeri. Noi dovevamo fare solo il nostro dovere da quel momento in poi. Abbiamo fatto il massimo, in quell’occasione è bastato per riuscire nell’intento. Era nelle loro mani, è passato nelle nostre.
Al Dell’Alpi giocai dall’inizio in virtù dell’infortunio di Marchegiani. La parata su Del Piero non fu un miracolo, ma una bella parata. Ho fatto il mio dovere in una gara in cui abbiamo corso solo un paio di rischi. Da lì la convinzione di potercela fare e così è stato.
Ce lo siamo meritati, ma tutto è nato dalla vittoria in Coppa Italia contro il Milan dalla stagione 1997-98. Anche in quell’occasione fu un trionfo anche nel modo in cui rimontammo. Senza quel successo sarebbero potute cambiare tante cose, magari alcuni giocatori non sarebbero rimasti ed altri non sarebbero arrivati.
Il rapporto con Marchegiani? Buonissimo, ma ero anche consapevole che non ero solo in vice. Mi sono ritagliato i miei spazi e quando ho giocato ho dato quello che dovevo dare. Quando si vincono trofei così importanti è il contesto di squadra che è importante.
Il 14 maggio è anche il compleanno di mia madre. E’ una coincidenza fantastica e molto significativa per me. Una soddisfazione ed un regalo che ho fatto anche a lei.
Eriksson e Mihajlovic sono stati due compagni di viaggio importanti. Con Sven c’era un grande rapporto di fiducia, tanto che ho notato che teneva in considerazione anche i miei consigli. C’era un rapporto che è andato avanti per soli tre anni, anche se lui mi fece prendere il patentino di allenatore con la prospettiva di incontrarci nuovamente in panchina. Sinisa era una persona splendida, un lottatore che non si dava mai per vinto. Cosa che ha dimostrato anche nella malattia”.