
Tacchinardi racconta Tudor: “Il suo un calcio fisico ed aggressivo che trascina. Luis Alberto con lui rischia”
Rassegna stampa
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Intervistato dal Corriere della Sera, Alessio Tacchinardi, che ha condiviso per sei anni lo spogliatoio con Tudor, ha raccontato il nuovo tecnico della Lazio con il quale, in estate, avrebbe anche potuto lavorare.
“Eravamo in contatto per lavorare insieme in estate, ma poi non abbiamo trovato l’accordo col club in questione – ha spiegato Tacchinardi al Corriere della Sera -.
Per l’esperienza alla Lazio ha scelto uno staff croato. Mi piacerebbe, un giorno, lavorare con lui. Lasciarlo fermo un anno intero era una follia. Fa sempre molti punti, con tutte le squadre che ha allenato. A lui piace un calcio fisico e aggressivo, che trasporta il pubblico. Direi che opposto a Sarri, sia per le type=’text/javascript’ type=’text/javascript’ idee offensive sia per quelle difensive. Proprio perché è così diverso da Sarri è giusto prenderlo subito. In questi mesi deve gettare le basi per la prossima stagione. Bisognava programmare, per me la Lazio ha fatto la mossa perfetta. Anche la squadra cambierà: Igor non guarda al nome del giocatore, per lui conta il lavoro: è cresciuto nella Juve che non si accontentava di vincere e poi sparire. A Torino ci hanno insegnato ad avere fame sempre, a lavorare duramente con costanza. Lui ha assimilato quell’etica del lavoro. Per questo vuole che i giocatori fatichino. Sono convinto che lui e la Lazio si siano accordati fino al 2025 per conoscersi. Se si troveranno bene in estate ci sarà il rinnovo. Con lui la Lazio sarà più giovane. Tudor vuole i mastini, non i palleggiatori. In tal senso secondo me Luis Alberto faticherà. Può giocare sulla trequarti, ma deve pressare il playmaker avversario. A centrocampo con Igor non lo vedo. Lui vuole più giocatori di gamba. Anche se è bravo anche perché trova l’abito giusto alle sue squadre. Luis Alberto con lui o affoga o si esalta. Rispetto a Sarri credo che lascerà la squadra più libera di esprimersi. Se ti affidi a Igor devi sposare il suo calcio. Non chiederà la luna, ma va accontentato. Se non sarà soddisfatto lo dirà apertamente. Non era intimidito nemmeno quando, giovanissimo, arrivò alla Juve. C’erano grandi giocatori, di personalità, ma se aveva qualcosa da dire, la diceva”.