
Immobile e il legame indissolubile con la Lazio: “Un amore folle. Mi pesa non aver salutato i tifosi. E su Inzaghi e il sogno scudetto…”
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Da qualche giorno ha inaugurato la sua Academy per aiutare i giovani a farsi strada nel mondo del calcio: nel raccontare di questa nuova esperienza ai microfoni di Radio Serie A, l’ex capitano biancoceleste Ciro Immobile è tornato anche a parlare dei suoi anni alla Lazio.
“Superare il record di giocatori che hanno fatto la storia della Lazio è stata una soddisfazione enorme.
Sogno scudetto? Ricordo l’alchimia pazzesca del gruppo nel 2020, è stata un’annata in cui fino alla gara contro l’Atalanta eravamo quasi a rischio esonero Inzaghi e contestazione per noi. Poi scattò qualcosa che unì tifosi, staff, squadra: c’era un’energia positiva pazzesca. Le partite finivano prima di iniziare, era complicato giocare contro di noi. Poi ripartì un campionato nuovo, abbiamo perso punti e abbiamo perso quel treno. Ricordo la gara col Genoa, avevamo festeggiato i miei 30 anni in settimana. Eravamo tutti insieme e si vociferava dello scudetto, noi eravamo un po’ ingenui ma quando si scendeva in campo era bellissimo. A Marassi segnammo subito con Marusic, un’azione travolgente. Stavamo bene fisicamente, ma la testa quando gira bene aiuta anche il fisico.
Inzaghi? Riesce ad unire aspetto maniacale della tattica all’unione della squadra e questo per me è fondamentale. I giocatori non si devono voler bene per forza, non devono essere amici anche fuori, ma passi tutta la stagione con i compagni, quindi se non c’è alchimia, voglia di vincere insieme, è dura. In questo Inzaghi è davvero forte.
Nazionale? Le critiche social sono fastidiose perché non te le aspetti, ma è successo a tutti. Ora i social danno potere di parola a chiunque, devi stare bene attento a capire la gravità della cosa. Nell’ultimo periodo sono stato male, il calcio dimentica in fretta. Forse non eravamo pronti a questo. Fino alla prima gara dell’Europeo ho vissuto male il non poter esprimermi per le troppe pressioni. Rappresentavamo una Nazionale che ha vinto tanto, è normale che sia così. Dopo la vittoria dell’Europeo quello che dicevano su di me non contava più. Chi vince ha sempre ragione. Quello che c’è stato prima della gara con l’Inghilterra in finale, non ha contato più niente. Non puoi vincere e ricevere critiche anche se non hai giocato un minuto, questo conta. Le chiacchiere stanno a zero. Se perdi la finale e ti hanno criticato 10 poi ti criticano 100. Ora ho la Coppa a casa“.
Sull’addio alla Lazio e il futuro: “Io, Jessica e i bimbi stavamo pensando di andare via perché ogni cosa come inizia finisce. Le difficoltà della fine e il fatto la Lazio stava cambiando identità, sono state tutte componenti. Sono andati via Inzaghi, Felipe Anderson, Leiva, giocatori che hanno fatto la storia con me, ma alla fine nn posso biasimare i tifosi che ci sono rimasti male. Ci sono rimasto male invece di non averli salutati, questo mi pesa. Mi avrebbe fatto piacere fare l’ultimo giro di campo con la mia famiglia per dare il mio amore a loro e per darlo a me da parte loro. Il Besiktas è stata una scelta riguardante lo sport. Ho avuto offerte dall’Arabia che non ho preso in considerazione. Sono nel mood dove posso dare tantissimo, mi alleno due volte al giorno, seguo i ragazzi più giovani, voglio stare bene fisicamente. Futuro? Sto ancora bene di testa e di voglia, poter ritornare in Italia sarebbe bello per finire. Non è detto che poi alla fine smetto dopo la Turchia, anzi sto lavorando per avere un gran finale da un’altra parte“.