Lazio, Lotito su Flaminio, scelte di mercato, obiettivi e prezzi stadio: “Potevano fare l’abbonamento”
Dichiarazioni
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Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti all’uscita dal Senato, per parlare di diversi argomenti legati alla società biancoceleste.
Ecco le sue dichiarazioni: “Abbiamo dato la possibilità di poter sottoscrivere gli abbonamenti a cifre molto basse, in alcuni casi sono 10/12 euro, le abbiamo riaperte tre volte.
“Flaminio? Non si tratta di essere vicini o lontani dal progetto. Stiamo predisponendo tutta la documentazione idonea e adatta per far capire l’importanza di questa scelta per Roma a favore della Lazio. Lo stadio ha un senso se rivive quello che è stato l’indirizzo iniziale della sua costruzione. Stiamo facendo un’opera importante perché vogliamo salvaguardare la qualità architettonica dello stadio cercando di adeguarlo a quelle che sono le necessità effettive attuali”
“Obiettivi da raggiungere con Baroni? Gli obiettivi non si fissano, si centrano e per centrarli bisogna allestire una squadra competitiva e avere un’organizzazione che funzioni. Bisogna che tutti remino verso la stessa parte perché, essendo il calcio un gioco di squadra, nessuno oltre la squadra stessa può vincere qualcosa né il presidente, nè l’allenatore e né il singolo giocatore. Bisogna che tutti lavorino e mi sembra che stiamo creando le condizioni affinché ciò accada”.
“Caso Provedel? Non c’è nessun caso. Nella squadra abbiamo due portieri: lui e Mandas hanno dimostrato tutto il loro valore. Quindi non abbiamo mai creato un problema su nessuno di tutti e due”.
“Lazio? Sicuramente aveva bisogno di un rinnovo in termini organizzativi e anche di squadra. Eravamo una delle squadre più anziane non solo nel campionato italiano ma anche in quello europeo e adesso la stiamo rendendo una squadra più giovane. La Lazio necessitava di una rivisitazione delle persone che scendevano in campo, non soltanto in base all’età ma anche alle potenzialità per poter raggiungere traguardi importanti. Fondamentale era creare un gruppo unito, forte, umile, determinato, dotato di ferocia agonistica e fame che solo persone che considerano la Lazio come un punto di arrivo e non come qualcun altro che la ritiene un punto di partenza può farvene parte”.
“Facendo esempi concreti, la Lazio lo scorso anno non è andata in Champions, perché? Perché ha perso contro squadre della sua portata, quali Udinese, Lecce, Salernitana, Genoa e Verona, semplicemente perché c’è stato un calo della concentrazione e dello spirito di gruppo. Vogliamo che questi cali non accadano più. Se c’è una cosa che non funziona si cambia, per questo sono stati cambiati gli interpreti. Noi non andiamo dietro ai nomi ma alle persone che sono concentrate per raggiungere l’obiettivo e che danno tutto per la maglia. La società deve mettere a disposizione del gruppo tutte le varie strutture e soprattutto la possibilità di creare un gruppo unito e compatto poi sta a loro che scendono in campo di realizzarlo e tradurlo in termini di risultati”.