
SPECIALE 14 MAGGIO – Cragnotti: “Empatia e partnership finanziarie le strade per crescere. Lotito? Gli sono riconoscente” (AUDIO)
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2 Coppe Italia (1998, 2000), 2 Supercoppe Italiane (1998, 2000), 1 Coppa delle Coppe (1998-1999), 1 Supercoppa UEFA (1999) e ovviamente, la vittoria del Campionato italiano 1999/2000.
“La prima cosa che penso è che sono passati troppi anni! (ride, ndr). Un ricordo bellissimo impresso nella mente, me lo porterò dietro per sempre. Noi speravamo nello spareggio finale, anche quando ascoltavamo la radiocronaca all’Olimpico. Già ce lo portarono via la stagione precedente, lo Scudetto. Alla fine pensai di aver realizzato il mio sogno. Cercavamo di dare alla Lazio una credibilità, una notorietà nazionale ed internazionale. Il coronamento di un progetto che forse ha portato pochi frutti, ma quelli raccolti erano eccellenti. Pensai poi a mio fratello Giovanni, era lui il precursore. Era lui che seguiva tecnicamente, anche con Zoff, la costruzione della rosa”.
“Capii che il mondo dello spettacolo calcistico doveva essere incuso nella globalizzazione. Per me concetti basilari nel mondo della finanza dal quale venivo, partecipai attivamente a quello che già all’epoca era il progetto del campionato europeo per squadra. Oggi il calcio è fatto di società finanziarie. Io lavoravo molto all’estero, viaggiavo in Cina e Australia e già vedevo la Premier League proiettata in quei mercati, con enorme partecipazione. Era un concetto che doveva aggredire anche l‘Italia, ma siamo sempre stati troppo conservatori, restii a questo tipo di investimento”.
“L’abbraccio con Lotito? E’ riconoscenza ad un uomo che ha portato avanti un programma, poi ognuno è fatto a modo suo. Ha mantenuto e sviluppato quel gioiello che è Formello. Quando lo presi, pensai ad una casa comune per la Lazio. Con lo stadio invece, non ci riuscii. Flaminio? Me lo auguro, sarebbe il progetto più vicino alla mentalità del laziale, nel cuore di Roma. Sviluppo per la Lazio di oggi? Lotito ha espresso ieri che per lui è fondamentale patrimonializzare la società. Altri sistemi oggi sono di carattere finanziario, in cui delle partnership vengono fatte e create per dare supporto finanziario per la crescita sportiva e per un progetto vincente. Il tifoso vuole risultati, gli Scudetti, primeggiare. Quindi, credo che le partnership siano fondamentali per crescere. Come sistema calcio, credo arriveremo ad un grande campionato europeo con campionati regionali. Un po’ come in Brasile, più o meno”.
“Il rapporto con i tifosi? Io credo che sia fondamentale. Parlavamo di mezzi necessari alla crescita, ma tutto questo si fa per avere vicina la propria gente. Una partita senza il calore della gente non è una partita. Stadio e televisione sono due modi tanto diversi per seguire una squadra. Tutto questo si fa non per proprio egoismo, ma per dare gioia ed emozione a chi ama la maglia. Io soddisfatto della Lazio di oggi? Francamente sì, per quelli che sono i mezzi a disposizione, Lotito sta facendo navigare la squadra in Europa. Si può fare di più, ma bisognerebbe adottare un sistema diverso (vedi partnership finanziarie).
“Se rifarei qualcosa diversamente? Credo che con la Lazio ne ho sbagliate poche. Forse sarei dovuto rimanere a lavorare all’estero (ride, ndr) anche comprando la Lazio. La cessione di Signori? Con quella cessione sarebbe arrivato Ronaldo. Eravamo in contatto con la famiglia, con il fratello. Avrei fatto il grande acquisto, la mia idea era di cedere, di fare la plusvalenza per portare grandi giocatori. La plusvalenza tra l’alro, all’epoca quasi non si conosceva”.