
Baroni, Champions e rinnovo: scatta il vertice con la società per il nuovo contratto
Rassegna stampa
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Con la Lazio di Lotito si vivono bellissime lune di miele, un po’ meno i matrimoni, piano piano si guastano, gli allenatori finiscono martirizzati da qualcuno o da qualcosa. Marco Baroni prova a smentire la tradizione, a resistere a tutto e tutti, a tenersi stretta la panchina oltre la scadenza di giugno 2026.
Fabiani a inizio marzo aveva rinviato a giugno «le somme», aggiustando poi il tiro. Nel sermone di Empoli si è trasformato in diesse-bersaglio per tenere Baroni e la squadra lontani dal marasma che s’era scatenato alla vigilia della partita dopo il fuorionda di Lotito e il caso falconiere: «La società non può rimproverare nulla a questi ragazzi e a questo tecnico – le parole di Fabiani in conferenza – perchè alla vigilia del campionato, nessuno, probabilmente neanche io anche se ci speravo, avrebbe scommesso un euro sul fatto che la Lazio avrebbe avuto questa classifica a questo punto della stagione. Abbiamo già migliorato i punti dello scorso anno». Promossi tutti con lode, stando alle parole. Della permanenza di Baroni aveva parlato con la squadra ad inizio aprile cementando la sua panchina. Ma solo a fine stagione si romperà il ghiaccio e si capirà come la Lazio e il tecnico andranno avanti insieme. Il rinnovo può portare la scadenza nel 2027, sul tavolo ci sarà il compenso, fissato in un milione di euro più 100 mila euro di bonus, non è previsto a salire nella seconda stagione. Ci si confronterà anche sui piani di mercato, con o senza Champions la voce dell’allenatore avrebbe un peso diverso. La prima stagione è stata incentrata sulla rivoluzione verde. Fabiani ha giurato che non smonterà la squadra, ma ha anche detto che farà «le pagelle» e che «se ci dovessero essere uscite o entrate saranno a bocce ferme».
L’esame
A bocce ferme sarà più facile capire se si è voluto troppo da Baroni e tutto insieme o se la stagione ha lasciato comunque rimpianti. Dopo quell’inizio dirompente si è preteso che la Lazio continuasse a dominare, ad essere giovane e già esperta, fantasiosa e anche robusta, ricca di talento, immune da cali di forma e cedimenti, dominatrice in Europa fino alla fine. Baroni a fine marzo, dopo il crollo di Bologna, aveva rinviato i conti: «Ora il gran finale». Sul calo era stato criptico ma pepato: «Non so qui a dire i tanti fattori che hanno inciso sul cambio di rendimento nel 2025, sanno di alibi e non li vogliamo, preferisco fare analisi per diffondere fiducia». Di tutto si parlerà nel confronto con Lotito e Fabiani. La Lazio non era stata ricostruita per andare subito Champions e forse neppure per andarci vicina. La società è convinta che c’era la struttura di squadra per farlo. Il bilancio finale si farà a fine maggio. Tutte le forze sono concentrate sul doppio bivio Juve-Inter, si chiuderà all’Olimpico con il Lecce. Il progetto iniziato a giugno 2024 dopo l’addio di Tudor era stato annunciato con scadenza triennale. A proposito di un matrimonio passato in 79 giorni dalla luna di miele alla luna di fiele. Corriere dello Sport