
Lazio, motore e limite: il centrocampo non segna
Rassegna stampa
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Il pareggio contro il Parma dell’ultima giornata ha ridimensionato non di poco le ambizioni della Lazio: non tanto per il risultato in sé, che comunque non rischia di pregiudicare il sogno Champions, distante soli due punti, ma per come è arrivato e per i limiti che ha sottolineato.
Considerando tutte le competizioni, sono 14 le reti dei difensori: spiccano Romagnoli (5) e Marusic (4), seguiti da Giogo e Gila (2 ciascuno), e Patric (1). L’attacco non è certo stato prolifico come dovrebbe essere il reparto avanzato di una squadra che punta a un piazzamento tra le prime quattro, ma sta comunque mantenendo numeri tutto sommato più che accettabili, avendo ben quattro giocatori in doppia cifra. Guida Castellanos con 14, seguono poi Pedro con 12, Dia 11 e Zaccagni con 10. Completano il conteggio Isaksen e Noslin, con 6 centri a testa, e Tchaouna, con 2 gol.
A far riflettere è il dato del centrocampo, unico reparto non in doppia cifra, addirittura con la metà delle reti segnate rispetto alla difesa: dal reparto mediano sono arrivate in totale 7 reti. Non si discutono le qualità e l’importanza di Guendouzi e Rovella, la coppia titolare del centrocampo biancoceleste nel 4231 di mister Baroni, autori rispettivamente di cinque e quattro assist in tutte le competizioni. Ciò che preoccupa è però sempre il dato sui gol segnati: il francese ne ha messo a referto solo uno, l’ex Juve e Genoa addirittura zero; a completare il discorso l’unica segnatura di Vecino e il sorprendente dato di Dele-Bashiru con 5 gol, la maggior parte dei quali arrivati quando ha giocato da trequartista.