
Lazio, partite sognate e segnate: frammenti di una serata laziale ed ingiusta
Rassegna stampa
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L’errore di Helmersen al 91’ e la partita ancora incredibilmente viva.
Frammenti di una serata drammaticamente laziale e ingiusta. Cosa posso dire della squadra di Baroni che alla 46esima uscita stagionale è stata eliminata ai rigori? Vado di aggettivi, che è facile: concentrata, continua, rabbiosa, perfino ossessiva, coinvolgente, a tratti esaltante. Ma anche imprecisa e sfigatissima: ci ha provato in ogni modo e da ogni dove: dalle fasce, dal centro, di testa, di piede, di tacco (ha fatto centro) e di sponda, negli ultimi venti minuti del primo tempo e per quasi tutta la ripresa ha praticamente affittato il pallone, concedendo pochissimo ai norvegesi.
Isaksen, Guendouzi e Rovella sono stati addirittura commoventi per impegno e produttività.
Il Bodø, sul naturale, era alla portata, molto meno sul sintetico dove la prestazione della Lazio fu indecente. Si è rifatta ieri. Ma senza gli interessi.
Comunque bella, questa Lazio. Bella, libera, decisa. Imperfetta anche, ma ci sono partite in cui sembra dimenticarsene: troppo importante il risultato. Baroni incoraggia il calcio verticale in cui tutto è contemplato, anche il pallone portato per trenta, quaranta metri. Guendouzi, inesauribile, e gli esterni praticano con disinvoltura l’area-area senza fermarsi all’errore.
Ci sono partite sognate e altre segnate. Non importa che specifichi a quale specie appartiene questa. L’editoriale del direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni