
Derby, Sarri: “Le difficoltà non contano, voglio una squadra che lotti per non deludere un popolo. No palleggio, ma coraggio. Dubbio Rovella, Dele ok”
Dichiarazioni
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Il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri, alla vigilia di Lazio-Roma, ha presentato la stracittadina in conferenza stampa:
“Le emozioni devono rimanere le stesse: è una partita particolare, estremamente sentita.
Dele-Bashiru – “Il controllo è assolutamente negativo. Oggi si dovrebbe allenare e dovrebbe essere dentro. Non so se sarà titolare, vediamo. Non mi sono mai lamentato degli assenti, se non gioca uno gioca un altro”.
Sacchi dice che fisicamente la Roma è più avanti – “Le squadre di Gasperini sono sempre fisiche e aggressive e ti creano difficoltà, quindi è una valutazione abbastanza corretta; è chiaro che bisognerebbe essere su altissimi livelli tecnici per mandare a vuoto questo livello d’aggressività”.
Roma favorita? “Non mi importa niente, il derby è una partita fra due popoli che dal punto di vista sportivo si odiano e quindi io voglio solo che la mia squadra favorita o non favorita vada dentro e lotti per il proprio popolo. Poi chi è favorito non mi interessa, l’obiettivo è quello che noi dobbiamo lottare per il nostro popolo. 95-100 minuti, altrimenti sarà lunga la partita, a 35 gradi penso, perché dentro allo stadio ci saranno 35 gradi. Non mi importa di niente”.
Cosa chiedere alla sua squadra – “Domenica gli avversari si aspettavano un blocco difensivo abbastanza basso e noi abbiamo giocato contro questo blocco, andando poco a cercare di giocarci dentro. È chiaro che così fai fatica a diventare estremamente pericoloso. La partita ha dato la sensazione di essere sempre sotto controllo, perché i periodi difensivi non c’erano. Però poi si ha la sensazione che la squadra faccia il compitino invece di cercare di vincere ogni duello. Bisogna avere più coraggio nelle scelte, andare a giocare dentro e rendersi conto delle nostre caratteristiche. Noi siamo una squadra che deve attaccare gli spazi e non stare a palleggiare in una zona di campo troppo ampia. Quindi ho chiesto questo e stiamo lavorando su questo”.
Differenze nel preparare il derby – “La differenza è emozionale e motivazionale, e questo si riflette chiaramente in un livello di attenzione superiore da parte di tutti i giocatori. Queste partite hanno una componente motivazionale e emotiva che, secondo me, è superiore a quella di tante altre”.
Primo derby per Gasperini – “L’inconsapevolezza, appena entri in campo, prima del fischio d’inizio, diventa consapevolezza, e quella è un’altra storia. E quindi, io non lo so, mi sembrano sei i derby giocati, ne ho perso uno e mi ricordo solo quello. Mi ricordo questo disagio emotivo nei giorni successivi, questa tristezza infinita che mi entra addosso e che ti fa capire cosa significa il derby. Quasi una vergogna tornare al centro sportivo, io mi ricordo questo. E questa è la mia sensazione, il mio stato d’animo, ieri ne parlavo con i giocatori. È una partita in cui, se non fai tutto quello che devi fare, sotto tutti i punti di vista, rischi di deludere un po’. E se succede, te lo senti addosso in maniera pesante. Per cui, questo deve essere stampato nei nostri cervelli e nei nostri cuori. E da questo punto di vista non dobbiamo sbagliare niente. Qual è l’importanza di un derby se non per vincere? Io penso che il derby si giochi per vincere. Se può fare contento qualcuno, allora bisogna vincere”.
Pedro – “La partita la giocherà, non so se in parte o se dall’inizio, ancora non abbiamo deciso. C’è da valutare cosa ci rimane a disposizione per poter eventualmente cambiare la partita, ci sono tante cose da considerare. Però sicuramente su Pedro ci facciamo un grande affidamento. Un giocatore così nelle partite è importante, ha sempre fatto prestazioni significative, quindi ci facciamo affidamento, poi vediamo quando”.
Sarrri e Gasperini valori aggiunti ? – “Se dipendesse solo da noi, gli ultimi 20 campionati li avremmo vinti io e Gasperini, ma non è così. Io e Gasperini giochiamo contro da più di 20 anni e in tutto questo arco di tempo è cresciuto. Rispetto profondamente la valutazione che ho di lui come uomo e come persona. Giocare contro invece che dividerci, alla fine ci ha accomunato. Quindi è un grande allenatore, una persona che rispetto profondamente e che sicuramente in questa stagione alla Roma darà tanto. Ma domani è il derby, domani siamo parecchio contro”.
Il derby può accendere la Lazio – “Finora non si è accesa in parte, abbiamo fatto una bruttissima partita a Como, bene con il Verona, a Sassuolo se mi chiedi come siamo stati in campo la squadra è stata corta e ordinata. Dal punto di vista tattico è stata buona. Poi ci è mancato qualcosa a livello di pressione e di qualità offensiva. Negli ultimi 20 metri abbiamo avuto 12 palle inattive a favore e loro 2, e abbiamo perso da una palla ferma”.
Stesse emozioni della prima esperienza alla Lazio? – “Di più, forse di più, perché il tempo ti fa affezionare e amare sempre di più l’ambiente, la squadra, e quindi questo è inevitabile. Di più, perché diciamo che quest’anno sulle spalle me la sento maggiormente io, e quindi l’intensità dell’emotività è la stessa. Forse di più”.
Idee chiare? – “Io ho le idee chiarissime, la squadra è molto ordinata. L’obiettivo primario della società è dare una maggiore solidità alla squadra, stiamo lavorando per questo. Dobbiamo tirare fuori la qualità, poi non so se per ora non è venuta fuori per motivi tattici o perché non c’è. Vediamo, tra qualche mese avremo un’idea definitiva.
Modric e Pedro – “Sono due ruoli diversi. La prestanza fisica conta di più per Pedro. Cerchiamo di preservarlo, facendolo giocare senza metterlo a rischio nei 90 minuti a inizio stagione visto che non sappiamo la reazione. Ha avuto una tendinite bilaterale in tutto questo periodo, gli abbiamo fatto fare una settimana di riposo durante la sosta”.
Sulla prova di domani – “Voglio vedere da parte della squadra il lavoro sul campo che, in questo momento, non riusciamo a trasportare pienamente in partita. È tanto, e ti devo dire la verità, è fatto anche abbastanza bene. Ne parlavo con la squadra in questi giorni, siamo l’unica squadra che io ho allenato che mi lascia la sensazione di avere più ritmo e più intensità in allenamento che in partita. Quindi vuol dire che ancora qualcosa ci sta frenando in partita. Non lo so, dobbiamo essere più forti domani, caratterialmente”.
Gara alle 12:30 – “È chiaro, la probabilità che i ritmi siano alti è alta. Io penso che l’orario alla fine sia pesante per noi, è pesante per loro, ma l’orario di domani non è una sconfitta della Lazio o della Roma, è una sconfitta del calcio, secondo me anche delle istituzioni. Se chi vuole mantenere l’ordine pubblico prende queste decisioni, è una missione difficile mantenere l’ordine pubblico. Quindi è una sconfitta per il calcio, però abbiamo a quest’ora grandi difficoltà, e si torna all’unico discorso che sto facendo fin dall’inizio: non ce ne deve importare niente. Se c’è una partita per cui vale la pena lottare per il calcio, è questa”.
Zaccagni – “Sta crescendo piano piano, è chiaro che anche lui ha fatto l’estate con l’intervento, quindi le difficoltà iniziali erano inevitabili, però sta crescendo. A livello di maturità, come uomo, mi sembra cresciuto e, piano piano, potrebbe diventare un capitano importante”.
I tifosi della Lazio – “Nella stragrande maggioranza, i tifosi della Lazio sono persone molto pazienti. Poi ci può essere una frangia più piccola, ma nella stragrande maggioranza è così. Li accomuna un amore smisurato per questa maglia, un amore che io, in tanti anni di carriera, ho visto solo qui e a Napoli. E questo è il motivo per cui ti dico che da fuori è difficile capire, ma quando ci sei dentro, lo impari. E questo è il vero motivo: vedi proprio un attaccamento, un amore viscerale verso questa maglia. E questo, secondo me, è importantissimo, sarebbe fondamentale riuscire a trasmettere ai giocatori questo senso di appartenenza. Il calcio attuale non è qualcosa di estremamente semplice, però sarebbe molto importante e gradito”.
Rovella, Isaksen e Vecino – “Rovella lo valuteremo e lo butteremo dentro, tra mezz’ora si valuterà se ce la può fare o no. Ieri ha fatto solo una piccola parte dell’allenamento con la squadra, aveva ancora un po’ di dolore, oggi lo valutiamo. Vecino è ancora in mano all’area medica, sta facendo degli allenamenti differenziati e io spero che la prossima settimana ritorni perlomeno a disposizione per cominciare ad allenarsi con noi. Isaksen è un ragazzo che si sta allenando da poco, e questa è una parte del problema. Non è che si sta allenando da poco, non aveva una caviglia più gonfia ma era malato. Questa è la parte più grande del problema, quindi ci sarà un percorso per farlo tornare in grande condizione ma non è un percorso istantaneo”.
Che gara dobbiamo aspettarci – “Forse un gioco più lento potrebbe dipendere dalle temperature, poi queste partite dipende dall’evoluzione del match. Bisogna prepararsi a tutti gli eventi perché determineranno poi la via che la partita può prendere”.