Lazio, Mimmo Caso su Lotito: “Ho capito subito che avrebbe salvato il club”

Lazio, Mimmo Caso su Lotito: “Ho capito subito che avrebbe salvato il club”

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La Lazio, secondo Mimmo Caso.

Come era e come è. Il primo allenatore della gestione Lotito ha analizzato la situazione in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Rischiavamo il fallimento – ricorda oggi Caso -. Nel giorno in cui lui rilevò ufficialmente la società eravamo in tournée in Giappone. Non sapevamo come si sarebbe evoluta la situazione, c’erano tensione e preoccupazione. Avevamo una dozzina di giocatori in rosa, il resto erano ragazzi della Primavera. Era un momento difficile, ma Lotito fu bravissimo. Non conosceva il mondo del calcio, era un neofita. Aveva bisogno di tempo per capire le dinamiche, ma fu pronto ad ascoltare i consigli di chi c’era da più tempo. Si è fidato di chi conosceva la materia, ha appreso, e ha stabilizzato la Lazio nella parte alta della classifica. Lo sviluppo, economico e sportivo, della società è evidente. Ha sempre lasciato spazio a chi ne sapeva di più: sulle scelte tecniche, per esempio, non ha mai messo bocca. Ho capito che avrebbe salvato la Lazio appena conosciuto. Aveva capacità manageriali importanti. Era chiaro che avrebbe salvato la Lazio, che avrebbe dato stabilita”.

“Era un momento drammatico. Per me è un orgoglio che i giocatori presenti in Giappone abbiano chiesto a Lotito di confermarmi come allenatore. Lui li ascoltò, ma effettivamente in quel momento sapevamo che bisognava fare gruppo. Il momento attuale? Gudicare è difficile non vivendo la quotidianità, se sono scontenti è giusto che manifestino le proprie perplessità. Ma i fatti sono oggettivi e non possono essere ignorati. La Lazio è cresciuta. Lotito si è inserito a piccoli passi si nel mondo del calcio e ormai è un punto di riferimento. Non so se con gli impegni politici è cambito, ma all’epoca era sempre presente, a ogni allenamento. Era entusiasta di trovarsi in questo mondo, sapeva che gli avrebbe dato grande visibilità. Se effettivamente ora riesce a seguire meno deve essere bravo, come all’epoca, a scegliere le persone giuste a cui delegare. All’Atalanta succede così, e pure al Milan di Berlusconi era così… Secondo me le idee dell’allenatore vanno sempre sostenute. La società deve coprire le spalle al tecnico. Quanto fatto da Immobile è indiscutibile, ma ogni giocatore arriva a un bivio prima o poi. Se per Tudor non è il titolare, lo deve accettare lui, e la società glielo deve far capire. Altrimenti si rischiano tensioni che sono pericolose. Non conosco bene il tecnico croato, ma per ora ha fatto bene. Si sapeva che avesse idee diverse da Sarri. Ora va accontentato, per quanto possibile”.