
Women, Piemonte: “Un orgoglio vestire la maglia della Lazio. Mito? Panico. E sul futuro…”
Rassegna stampa
Condividi l'articolo
Punta di diamante del mercato estivo della Lazio femminile, l’ex Everton Martina Piemonte si è raccontata ai microfoni de Il Tempo.
Stagione chiusa con vittoria e doppietta
«Grandissimo anno, nessuno si aspettava questa Lazio.
Più rammarico o più orgoglio?
«Entrambi. Non è da tutte fare una stagione così da neopromosse, dispiace esserci rese conto tardi del nostro valore».
Il momento più bello e quello più brutto?
«Bella la svolta contro il Milan, brutta la gara di Firenze. Durante la pausa di Natale ci siamo guardate in faccia e qualcosa è scattato».
È stata l’acquisto più atteso
«Il direttore Pinzani ha insistito, ho percepito la voglia di far crescere il club e di portarmi qui. L’investimento che ha fatto la Lazio e quanto ci hanno creduto mi ha fatto sentire un po’ di responsabilità ma non pressione».
Esperienze in Premier e in Spagna
«Mi dicevo che non sarei tornata, il campionato inglese è il migliore, quello spagnolo è in evoluzione da anni ma anche quello italiano è cresciuto. Da italiana sono contenta».
Quindi rimarrà a lungo alla Lazio?
«Qui sto bene e la maglia la senti addosso. Rispetto a tante altre squadre è diverso; essere laziale è appartenenza. È un orgoglio vestire questa maglia, senti di doverla difendere».
Miti?
«Ibrahimovic, per fisicità e carattere; è da sempre il mio idolo. Nel femminile Patrizia Panico, carattere istintivo, grande temperamento; mi ha allenato e ancora mi dà consigli».
Unite anche con Grassadonia
«In questa stagione c’è molto di lui. È un ‘martello’, lavora nel dettaglio. È stato tosto, non lo nego, ma ha portato grandi risultati. È sincero e diretto. Il mister deve essere un maestro e lui, in quanto tale, mi ha insegnato tanto. È esigente e io voglio sempre migliorare, sono più da ‘bastone’ che da ‘carota’ (sorride, ndr)».
Obiettivi?
«Non voglio parlare prima ma ciò che abbiamo creato potrà portarci a grandi traguardi».
Nazionale?
«L’ho sempre vissuta come un plus, che arriva se fai bene per la tua squadra. Do tutta me stessa, il mister lo sa, sono a disposizione della squadra, è un orgoglio farne parte. Il fuoco che ho dentro non cambia in base al posto».