‘SVB’ – Merli: “Laziale per scelta con papà romanista. Lotito? Non cambia” (AUDIO)

‘SVB’ – Merli: “Laziale per scelta con papà romanista. Lotito? Non cambia” (AUDIO)

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L’attore Maurizio Matteo Merli, è intervenuto ai microfoni di Radiosei nella trasmissione ‘Sei Volte Buongiorno’.

Ecco le parole dell’attore, figlio d’arte, di nota fede laziale:

“E’ un grande piacere intervenire qui, perché sono un ascoltatore della radio; quando posso, mi piace evidenziare la mia fede biancoceleste. Mio padre, Maurizio Merli, era un lupacchiotto ‘acceso’; quando è morto ero piccino, aveva provato a portarmi un paio di volte con lui allo stadio ma non fui molto interessato, nonostante mi piacesse il calcio. Dopo la sua scomparsa la famiglia di mia madre, che è numerosa e tutta laziale, mi ha ‘aiutato’ a scegliere i biancocelesti.

La mia prima partita allo stadio fu un derby, finito 1-1: gol di Gascoigne su assist di Signori, con il commento indimenticabile di Guido De Angelis. Da questo momento sono stato il portabandiera della famiglia per quanto riguarda la Lazio, ero in Nord a fine anni 90, poi con il tempo il lavoro un po’ mi ha impedito di andare allo stadio con frequenza. Il nostro gruppo, che prima era nei Distinti Nord-Ovest, è composto da me, Fabio Gallo, il direttore Angelo Mellone, Carola Ortuso e tutto il figliame; siamo una bella compagnia e ora ci siamo spostati in Tevere. Nonostante i vari impegni, cechiamo di essere presenti.

L’anno scorso è stato strano, è difficile riassumerlo. Anche le scelte hanno stupito, per esempio quella di passare da Sarri ad un tecnico diverso come Tudor. Quello che il tifoso deve metabolizzare è che il modus operandi è della società è questo. Noi andiamo allo stadio animati dal sentimento, dall’euforia che c’era negli anni ’80, quella che ci faceva stare bene tutti insieme; non pensiamo ad altro per non rimanere delusi.

Baroni mi piace, anche se ero scettico come tutti. La squadra alla stadio attuale è mediocre, i giocatori arrivati devono dimsotrare. Abbiamo perso tanta, tanta qualità. La partenza di Cataldi è una ferita, al di là del tasso tecnico. Ora abbiamo molti portatori di palla, Danilo è il regista del secondo posto di Sarri. Detto ciò, ho tanta fiducia nei giovami. Le parole di Fabiani non sono nuove, come gli interventi di Lotito. Uso un termine cinematografico, penso che sia un ‘cliché’, qualcosa di visto e rivisto. Non ci interessano neanche più le risposte che dà il presidente, tanto non corrispondono mai a verità. Con lo scudetto sfiorato abbiamo avuto una grande occasione, non ho visto poi la volontà della società di programmare in una certa maniera”.