Indagine scommesse: i pm sequestrano telefoni e tablet di Tonali e Zaniolo: c’è il sospetto che dietro ci sia la criminalità organizzata

Indagine scommesse: i pm sequestrano telefoni e tablet di Tonali e Zaniolo: c’è il sospetto che dietro ci sia la criminalità organizzata

Giustizia sportiva

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Piattaforme e scommesse clandestine

Piattaforme online attraverso cui scommettere su eventi sportivi e non.

Siti clandestini senza licenza ai quali sarebbe possibile accedere solo con un invito. Puntate da migliaia di euro dietro alle quali potrebbe nascondersi la malavita. Nasce da qui il terremoto che sta sconvolgendo il calcio e che potrebbe trasformarsi in una nuova “scommessopoli” visto il coinvolgimento di diversi giocatori (e non è escluso che presto potrebbero spuntare altri nomi). In realtà il calcio e i calciatori per la Procura di Torino sono del tutto marginali: l’inchiesta in cui sono finiti Fagioli, Tonali e Zaniolo è molto più ampia e articolata e riguarda in particolare la criminalità organizzata che potrebbe celarsi dietro alle puntate clandestine. L’indagine penale è tuttora in piena attività: la squadra mobile di Torino già da alcuni mesi ha cominciato a raccogliere materiale su un giro di scommesse illecite. 

La titolare dell’inchiesta è Manuela Pedrotta, sostituto procuratore del Gruppo 7, Terrorismo ed eversione dell’ordine pubblico. Pedrotta, 56 anni, si occupa di antimafia e criminalità organizzata e ha sostenuto l’accusa nel maxi processo contro i No Tav. Ieri anche Zaniolo e Tonali sono stati iscritti nel registro degli indagati, come Fagioli, e il reato contestato fa riferimento alla legge 401 in vigore dal 13 dicembre 1989, “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive”, dove si legge che “chiunque esercita abusivamente l’organizzazione del giuoco del lotto o di scommesse o di concorsi pronostici che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”, e anche che “chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da lire centomila a lire un milione”. È questo il caso degli sportivi coinvolti, che penalmente rischiano meno rispetto al versante sportivo.

L’ILLECITO—  Il gioco d’azzardo in Italia non è reato e scommettere non è vietato a prescindere nemmeno per un calciatore, a patto che si punti su canali leciti e non sullo sport che si pratica, in questo caso il calcio. L’inchiesta parte dall’individuazione dei bookmaker illegali per cercare di risalire a chi ha messo in piedi illecitamente tutto il sistema online per raccogliere le puntate. In Italia è possibile scommettere ma solo se lo si fa su piattaforme autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM e AAMS). Tutto regolare quindi finché non si fanno giocate di qualsiasi genere che siano su siti che non hanno una concessione italiana e operano con una licenza di un paese extra Unione Europea o Spazio economico europeo.

Dall’indagine sono emerse puntate da migliaia di euro, pagamenti, debiti, saldi parziali. Nomi e indirizzi ip che la squadra mobile sta ancora scandagliando. Tra i tanti è spuntato anche quello di Fagioli, che per primo è stato ascoltato dalla Procura di Torino. Agli inquirenti avrebbe ammesso di aver scommesso e avrebbe fornito anche altri elementi utili per l’inchiesta sulle piattaforme. Dopo Fagioli, ieri è toccato a Tonali e Zaniolo: alcuni agenti della squadra mobile di Torino, accompagnati dagli uomini della Digos di Firenze, si sono presentati a Coverciano, quartier generale della Nazionale, per notificare gli atti di indagine ai due azzurri. Entrambi i giocatori erano stati tirati in ballo da Fabrizio Corona e forse questo ha spinto la Procura di Torino ad accelerare. In ogni caso è ipotizzabile che i due giocatori sarebbero stati ugualmente raggiunti prima del ritorno in Inghilterra, per evitare di dover ricorrere alla rogatoria internazionale. Ai due azzurri sono stati sequestrati i telefonini: gli inquirenti sperano di trovare collegamenti su chi scommetteva e basta e chi invece organizzava l’intero giro di scommesse clandestine. Il sospetto è che dietro ci sia la mafia.

Gazzetta.it