Belvedere Lazio, il coraggio paga: gli acquisti rendono, la vecchia guardia è rinata

Belvedere Lazio, il coraggio paga: gli acquisti rendono, la vecchia guardia è rinata

Rassegna stampa

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L’eterna giovinezza di Pedro, 37 anni e 26 titoli in carriera, campione del mondo con la Spagna nel 2010, 133 presenze e 32 gol nelle coppe europee, svela il capolavoro di Baroni e racconta il primato in Europa League della Lazio. Squadra di livello e di spessore.

Bisognava rimotivare il gruppo e lucidarne il talento. In attesa dei giovani, non ancora inseriti, funziona la vecchia guardia e gli acquisti indovinati (Dia e Nuno Tavares) hanno tappato falle in ruoli scoperti o in cui era necessario investire. Un centrocampista in più avrebbe consentito di alzare subito le ambizioni in campionato. Due anni fa la Lazio si era piazzata seconda in Serie A e nello scorso inverno aveva tenuto testa al Bayern negli ottavi Champions. Dele Bashiru da mediano deve studiare e crescere, il ruolo non gli appartiene. Tchaouna ha deluso un’altra volta. Gigot, all’esordio, ha giocato in scioltezza. Dia ha provocato il rosso di Unnerstall, Pedro ha piegato il Twente e Isaksen ha chiuso il conto. La Lazio, in superiorità per 80 minuti, avrebbe dovuto raddoppiare in anticipo, ma il successo in Olanda (al netto di qualche sofferenza) assume un valore enorme.

Fabiani ha lavorato bene, i meriti di Baroni sono riconoscibili. Sta valorizzando l’intero organico della Lazio. Pesano l’esperienza e il curriculum di giocatori spesso sottovalutati e ora riemersi nel nuovo progetto. La favola di Pedro si confonde con il senso tattico di Vecino e il piede educato di Luca Pellegrini, guarda caso entrati nella costruzione del primo gol attraverso un lancio in profondità e l’assist. L’uruguaiano, 33 anni e 69 presenze con la Celeste, lasciò l’Inter perché faticava a imporsi dentro una concorrenza altissima per unirsi al maestro Sarri.

Stesso discorso per l’ex terzino della Juve, che giocava in Champions con l’Eintracht e decise di mollare la Bundesliga per indossare la maglia di cui era tifoso da bambino. Mau per un anno e mezzo lo ha impiegato pochissimo, quasi niente. Pellegrini aveva solo bisogno di continuità. Ora, finalmente, sta cominciando a dimostrare il suo valore. Meritava il gol e non sta facendo rimpiangere Nuno Tavares. Può essere un acquisto prezioso, considerando l’esigenza di gestire il portoghese. Per quindici anni filati Lotito aveva bucato con regolarità ogni acquisto alternativo a Radu, preso da Sabatini nel 2008 pochi mesi dopo aver scoperto Kolarov. Ora Baroni può alternare due esterni mancini di alto livello e non ha avuto bisogno, in attesa di Lazzari, di traslocare Marusic a sinistra. Un bel vantaggio per una squadra abituata a cercare cross e sovrapposizioni. Il coraggio paga e ora la Lazio è in cima all’Europa League: un belvedere accanto a Tottenham e Anderlecht. Corriere dello Sport