Lazio, i soldi di Felipe a Zac (oggi la firma): non è un caso ma un calcolo. Fabiani: “Tempo vacche grasse è finito”

Lazio, i soldi di Felipe a Zac (oggi la firma): non è un caso ma un calcolo. Fabiani: “Tempo vacche grasse è finito”

Rassegna stampa

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Chiodo schiaccia chiodo, cuore e testa al futuro.

Per un simbolo che va, ne resta un altro. Lunedì Felipe saluta e il Palmeiras annuncia il nuovo matrimonio a giugno, nella notte Zaccagni resta e trova l’accordo totale per il rinnovo sino al 2029 a quasi 3 milioni a stagione più 500 di bonus. La firma arriverà oggi stesso con Mattia e l’agente Giuffredi a Formello. Stavolta col massimo tempismo, a livello strategico e comunicativo, per placare il malcontento di una piazza in fermento. Le cifre accettate dall’ex Hellas sono le stesse proposte, e poi rifiutate, da Anderson. Non può essere solo un caso, come il fatto che non tutti in società abbiano storto il naso per l’addio del brasiliano, nell’ottica di una politica di ringiovanimento. Lotito voleva trattenerlo perché lo considera un figlio, ma un quinquennale per un 31enne rischiava di ricalcare il solco di certi errori già commessi in passato. Zaccagni ha invece ancora 28 primavere e, riacquistato potere sul cartellino (in scadenza nel 2025), chiunque dovrà trattarlo alle esose condizioni della Lazio. La Juventus e Giuntoli hanno già bussato, ma Mattia (che non ci sarà il 23 aprile nella semifinale di ritorno di Coppa Italia) sta bene con la moglie Chiara e il figlio Thiago (in arrivo la secondogenita) a Roma e, per questo, non vedeva l’ora di firmare il prolungamento tanto atteso.

INCASTRO

C’era una promessa fatta da Lotito a Zaccagni al suo matrimonio. Con Felipe out e Mattia in, si concretizza un altro gioco a incastro. Un po’ come era successo, a luglio scorso, con Milinkovic e Luis Alberto: lo stipendio risparmiato col serbo destinato allo spagnolo. Un errore forse allora per la Lazio, ancora irritata (chiederà i danni in caso di braccio di ferro) per l’uscita a gamba tesa del Mago, che ha chiesto pubblicamente la risoluzione del contratto, favorendo le speculazioni di eventuali pretendenti (in Qatar o altrove) al suo cartellino, su cui rimane anche il 20% da riconoscere al Liverpool. Poi però resta valido un altro discorso: Lotito taglierebbe volentieri la sua busta paga monstre (da oltre 4 milioni sino al 2027) per abbassare ulteriormente il monte ingaggi che, nel rapporto con i ricavi, dovrà scendere dal 90% dell’attuale stagione all’80%, secondo i nuovi paletti Uefa e Figc del prossimo anno. D’ora in avanti, quindi, adeguamenti solo per i giovani (arriverà quello di Casale in stile Patric) o per chi guadagna poco (vedi Provedel) e se lo è meritato: «Come avete visto anche con Zaccagni, stiamo rispettando ogni impegno – assicura il ds Fabiani, intercettato ieri all’uscita di Formello – e non andiamo dietro a chiacchiere destituite di qualsivoglia fondamento né a gossip a pagamento. Nessuno dei calciatori mi ha chiesto ufficialmente di andare via, è cambiato il registro e il bene della società è al centro del progetto. Forse questo non piace all’esterno e qualcuno si sta agitando. Il tempo delle vacche grasse è finito». Il Messaggero